Lo scienziato cita un estratto di un articolo pubblicato su Nature Italy, in cui si legge: “L’Italia sequenzia attualmente 1,3 campioni di virus ogni 1000, e impiega un tempo medio di circa due mesi per caricare i dati in archivi pubblici come Gisaid. È una delle prestazioni peggiori al mondo. Al confronto, il Regno Unito sequenzia quasi 40 volte più campioni, con un tempo medio di caricamento pari a 21 giorni”.
Dunque… “Se volete preoccuparvi per le varianti ecco un concreto motivo: non le cerchiamo, così come non cercavamo il virus il febbraio scorso”: sono le parole del virologo Roberto Burioni su Twitter.
Il pezzo apparso sulla prestigiosa rivista scientifica riporta: “Dare linee guida chiare su biotecnologie, test e tracciamento sarebbe oggi più importante che mai, secondo Davide Ederle, presidente dell’Associazione Biotecnologi Italiani”.
″‘Stiamo vedendo soltanto la punta dell’iceberg. Senza un’analisi più approfondita delle varianti in circolazione, brancoliamo nel buio’, commenta Lescai. E secondo Ederle, aggiungere al CTS figure con una competenza biotecnologica servirebbe a portare la questione in testa alla scala delle priorità”, si legge ancora nell’articolo di Nature a firma di Sergio Pistoi.
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