La diffusione della variante inglese riguarda ormai il 30% dei contagiati e rischia di diventare predominante.
Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario Irccs Galeazzi di Milano mette in chiaro la situazione spiegando quanto ancora dovrà diffondersi: “I modelli ci dicono che per metà marzo il rischio è che tutti i casi di coronavirus siano collegati alla variante inglese. Speriamo che le azioni più mirate di zone rosse possano mitigare la diffusione”.
Poi aggiunge: “Il meccanismo del modello a colori funziona per mitigare, anche se non riesce ad arrivare al controllo della malattia. E’ ovvio che un lockdown pesante sarebbe difficile da adottare, considerando l’insofferenza sociale e i danni economiche che provocherebbe”.
Le varianti del virus Sars-CoV-2 – sostiene Pregliasco – “sicuramente preoccupano” ma “non devono essere considerate un dramma. Non bisogna dare messaggi che sconfortino in modo eccessivo la comunità”, ammonisce.
“Le varianti le cerchiamo e cercandole ne abbiamo maggiore contezza. Le tre varianti principali sono quelle che hanno elementi di contagiosità maggiore e ancora non è chiaro il motivo: sembra collegato non ad una carica virale maggiore – spiega il virologo -bensì ad una lunghezza maggiore del periodo di contagiosità, che andrebbe oltre i 10 giorni”.
“Sicuramente ci deve essere grande attenzione alla scuola perché la variante riesce ad infettare anche i giovani, pur non facendoli ammalare. Bisogna aumentare il monitoraggio in quei contesti e rilanciare l’informazione per dare ai giovani una consapevolezza maggiore riguardo il Covid. Ogni contatto in questo momento è da considerarsi a rischio, meno contatti ci sono e più si abbassa il rischio. E’ difficile però considerare l’entità del rischio per ogni tipo di contatto”, aggiunge Pregliasco.
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