Bassetti: "Su AstraZeneca la comunicazione è stata un disastro: serve un numero verde"
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Bassetti: "Su AstraZeneca la comunicazione è stata un disastro: serve un numero verde"

Il direttore di malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova: "Non è possibile che le persone inondino di domande i nostri telefoni e i nostri social: Aifa o Iss si attrezzino per dare risposte"

Matteo Bassetti
Matteo Bassetti
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13 Marzo 2021 - 18.39


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Siamo in una fase di ‘AstraZenecaFobia’. E perché? sulla vicenda del vaccino AstraZeneca “la comunicazione ai cittadini è stato un disastro che ci penalizzerà pesantemente. L’azienda avrebbe dovuto mettere a disposizione un numero verde o far rispondere a qualcuno esperto, mentre ci troviamo noi medici sul campo a dover dare informazioni alle persone che giustamente vogliono notizie e chiarimenti”. 
Non avendolo fatto l’azienda, “che si è limitata a un comunicato stampa, serviva e serve una risposta delle istituzioni chiara e diretta ai cittadini, che sia un numero verde di Aifa o dell’Iss”. 
Parola di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria.
“In un momento così difficile – rimarca Bassetti – non si può lasciare la comunicazione a un comunicato stampa, come ha fatto AstraZeneca, Non è abbastanza. Ci vogliono risposte per il cittadino, in un momento in cui c’è una comunicazione così cervellotica e così ‘virale’, basti vedere che negli ultimi tre giorni non si parla di altro”. 
E ancora: “Non è possibile che le persone, giustamente, inondino di domande i nostri telefoni e i nostri social: noi cerchiamo di darle ma abbiamo altro da fare”. 
“Bisogna spiegare alla gente il vaccino è stato fatto a 15 milioni di persone tra Europa e Regno Unito e non solo non ha ammazzato nessuno ma non ha dato neanche un effetto collaterale ogni 10mila dosi. Ovviamente – prosegue Bassetti – i vaccini sono farmaci e come tali danno effetti collaterali come ogni altro medicinale: dalla tachipirina all’aspirina, dall’antibiotico o all’antipertensivo, basta leggere il foglietto illustrativo di qualsiasi prodotto per capire che ci sono effetti potenziali. Il problema è che ci stiamo vaccinando per prevenire la malattia e scongiurare morti, dunque ci assumiamo il rischio ma finora – ribadisce – ci sono state solo reazioni lievi gestibili entro le 48-72 ore dalla somministrazione”.
“Dobbiamo spiegare a tutti che il vaccino ad oggi è sicuro, poi se domani verrà fuori dalla farmacovigilanza o la magistratura dirà che i decessi sono realmente collegati alla vaccinazione allora le cose potranno cambiare. Ma ad oggi dobbiamo stare tutti dalla parte dei vaccini. Non possiamo permetterci il rischio di non vaccinarci o di fermare la campagna vaccinale perché non ce n’è alcun motivo valido e validato”, conclude.

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