L'epidemiologo La Vecchia: "Tra 7 giorni picco di contagi nelle zone rosse. Misure prese in ritardo"
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L'epidemiologo La Vecchia: "Tra 7 giorni picco di contagi nelle zone rosse. Misure prese in ritardo"

Il docente della Statale di Milano dà una piccola rassicurazione: "L'ondata si sta sgonfiando da sola. I dati mostrano segnali di livellamento"

Carlo La Vecchia
Carlo La Vecchia
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14 Marzo 2021 - 11.21


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Oltre mezza Italia in zona rossa, con un lockdown che spaventa tutti ed il peggio che deve ancora arrivare: tra una settimana esattamente.

Tra le otto Regioni che domani, lunedì 15 marzo, passeranno in “rosso”, sette (tranne la Puglia) sono vicine al picco della terza ondata.

Lo spiega Carlo La Vecchia, epidemiologo e docente di Statistica medica all’università «Statale» di Milano.

Un quadro che vale per tutta Italia: su base nazionale, l’indice di espansione della malattia ha rallentato la sua crescita tra 6 e 7 marzo. 

“I dati mostrano segnali di livellamento. Che la velocità di crescita sia in decremento è ormai un fatto assodato”. E dunque tra una settimana o poco più l’R(t), indice che definisce l’espansione dell’epidemia, dovrebbe tornare intorno o sotto 1 (in fase «regressiva»).

Questi calcoli si basano sul lavoro di Alberto Gerli, ingegnere, che ha elaborato un modello matematico di previsione sull’epidemia che si è rivelato di eccezionale efficacia.

La credibilità di queste elaborazioni sta dunque nel fatto che, come accadde già a ottobre, vengono poi «confermate» dai dati reali. Gerli propone un modo più semplice per calcolare l’R(t): si considerano i casi delle ultime due settimane e si confrontano con quelli di due settimane sfasate all’indietro (di fatto, tra 7 e 21 giorni fa).

«Un calcolo — spiega l’ingegnere — che ci restituisce l’andamento, e messo insieme all’incidenza dei casi per 100 mila abitanti dice quanto sia grave la situazione».

Secondo questo metodo il momento di intervenire sarebbe quello in cui gli indici iniziano a salire.

“Ormai sappiamo che le curve dell’epidemia durano 40 giorni, e che se si vuole contenere la crescita bisogna farlo nei primi 17 giorni. Altrimenti, le “curve” seguiranno il loro corso “naturale”.

Riflette il professor La Vecchia: “Ancora una volta i provvedimenti vengono presi tardi, quando la crescita dell’epidemia ormai si sta livellando da sola. Si tratta di constatazioni senza polemica, perché gestire un’epidemia è estremamente difficile”.

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