Il New York Times dedica un approfondimento, con interventi di scienziati ed esperti di salute pubblica, dedicato agli insegnamenti che il Covid-19 lascerà in eredità al mondo per affrontare le sfide sanitarie del futuro. Eccoli sintetizzati in un articolo dell’Huffingitonpost.
1. Prepararsi a ciò che non si può immaginare
Lauren Ancel Meyers, epidemiologa dell’Università del Texas, Austin, sottolinea che ”abbiamo trascorso decenni a pianificare una pandemia che assomigliasse ai virus che già conoscevamo. Non avevamo in programma mascherine, test di massa, confinamento” e via discorrendo. Per affrontare il futuro, dice l’esperta, bisognerà prepararsi ad una gamma molto più vasta di minacce.
2. Mettere la scienza al primo posto
Akiko Iwasaki, professore di immunobiologia all’Università di Yale, sottolinea che per affrontare la prossima pandemia i governi dovranno mettere la scienza e i dati al di sopra di ogni altra cosa, evitando “informazioni imprecise e azioni indecise”.
3. Capire chi deve ricevere trattamenti prioritari
Raccogliendo l’opinione di Saad Omer, direttore dello Yale Institute for Global Health, il Nyt sottolinea che i futuri piani vaccinali dovranno essere “elaborati in anticipo e distribuiti negli stati in modo da entrare subito in azione”. “Quando la fornitura di vaccini è limitata, tieni conto del rischio di mortalità e preserva il sistema sanitario” sottolinea Saad Omer.
4. Non lasciare che sia compito degli Stati Uniti
A parlare è il dottor Anthony Fauci, immunologo capo della task force anti-Covid americana e direttore del National Institute of Allergy and Infections Diseases. Lo scienziato sottolinea che in un territorio come quello degli Usa, con 50 stati e 330 milioni di persone, la cooperazione e la sinergia tra governo federale e stati è fondamentale. “Alcuni stati non hanno prestato attenzione alle linee guida e le hanno bypassate. Questa non è una ricetta per il successo”, sottolinea Fauci dando un’indicazione per la realtà a stelle e strisce, ma valida a livello globale.
5. Interrompere messaggi contrastanti
Linsey Marr, esperta nella diffusione aerea dei virus, punta sulla coerenza delle indicazioni e afferma che “avere un mosaico di diverse linee guida sulla salute pubblica è stato inutile e ha fatto passare il messaggio che non sapevamo davvero cosa stesse succedendo o cosa avrebbe potuto funzionare”.
6. Investire nei dati
Anne Schuchat, vicedirettore dei CDC – Centers for Disease Control and Prevention, dice al Nyt che la carenza di investimenti nella salute pubblica ha rappresentato un punto debole per una risposta efficace al virus. “Avevamo davvero bisogno di dati accurati per prevedere e guidare gli interventi”, afferma Schuchat, indicando la direzione in cui il mondo dovrà muoversi per affrontare le prossime emergenze.
7. Essere agili nel fornire cure
“I sistemi sanitari più resilienti sono stati quelli che effettivamente hanno compreso come tutelare la salute delle persone e assumersi rischi, invece di rimanere bloccati nei servizi a pagamento”, sottolinea il dottor Marc Harrison, amministratore delegato di Intermountain Healthcare. Harrison mette anche in luce l’importanza costituita dagli strumenti di telemedicina.
8. Non lasciare che questioni razziali e di classe possano inficiare il diritto alle cure
“Col virus è diventato chiaro che la salute del paese dipende da come certe questioni sociali vengono affrontate”, dice il dottor Pablo Rodriguez, membro del comitato che guida la distribuzione del vaccino nel Rhode Island. Il dottor Blackstock, fondatore di Advancing Health Equity, concorda sottolineando che “quando una pandemia colpisce, le disuguaglianze peggiorano”.
9. Non discriminare in base all’età
Tra le lezioni più importanti della pandemia c’è quella di non trattare le persone anziane come sacrificabili. A sottolinearlo sulle pagine del Nyt è Katie Smith Sloan, presidente di LeadingAge, associazione che rappresenta le case di cura senza scopo di lucro. “Fin dall’inizio della pandemia, sapevamo quanto i più anziani e le persone con malattie preesistenti fossero più a rischio, eppure abbiamo scelto di ignorare il fatto che avremmo potuto mitigare parte di tale rischio fornendo test sufficienti, trattamenti e dispositivi di protezione individuale adeguati”, sottolinea Sloan.
10. Le comunità devono essere pronte
Paul T. Abernathy del Neighborhood Resilience Project di Pittsburgh sottolinea che non si deve fare affidamento soltanto sui governi e sulle istituzioni, ma anche sulla capacità delle persone stesse di sostenersi durante i momenti difficili.
11. Non farsi distrarre dalla ricerca di interventi marginali o alternativi
Il dottor Gregory S. Martin, specialista in terapia intensiva presso la Emory University e presidente della Society of Critical Care Medicine, sottolinea l’importanza costituita dai trattamenti conosciuti e rodati per intervenire sui pazienti, anche in caso di future nuove infezioni.
12. Lasciare che gli adolescenti siano adolescenti
I ragazzi che sono riusciti a vedersi in contesti sociali sicuri e hanno avuto un’esperienza scolastica “ibrida” hanno affrontato meglio la pandemia: lo sottolinea Marsha Levy-Warren, psicologa e docente della New York University.
13. Lavorare come una comunità globale
Partendo da una riflessione sulla Cina di Angela Rasmussen, virologa alla Georgetown University, viene sottolineato come per affrontare un’emergenza sanitaria il mondo abbia bisogno di lavorare come una comunità globale, condividendo dati e informazioni.
14. Guardarsi allo specchio
″È difficile immaginare che ci siano così tante persone a cui non importa degli altri”, dice Reed Tuckson, co-fondatore di Black Coalition Against Covid-19. Tuckson invita a prestare maggiore attenzione al prossimo, rispettando le norme anti-contagio perché in gioco c’è la vita propria e altrui.
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