Il virologo Viale: "Le posizioni no vax sono senza senso, senza civiltà e senza futuro"
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Il virologo Viale: "Le posizioni no vax sono senza senso, senza civiltà e senza futuro"

Il direttore delle malattie infettive del Policlinico Sant'Orsola di Bologna: "Non sono le terapie farmacologiche la strada del successo contro il Covid-19, servono le vaccinazioni"

Pierluigi Viale
Pierluigi Viale
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31 Marzo 2021 - 17.49


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Parole chiare e nette: “Non sono le terapie farmacologiche la strada del successo” contro il Covid-19. Perché “nessuna epidemia è stata mai controllata con i farmaci: le controllano i comportamenti umani e le vaccinazioni. Oggi abbiamo ancora comportamenti sub-ottimali, ma abbiamo i vaccini”, che sono “molto sicuri e funzionano in modo straordinario”. 
Parola di Pierluigi Viale, direttore delle malattie infettive del Policlinico Sant’Orsola di Bologna.
 Viale non ha dubbi. “Le posizioni no vax sono senza senso, senza civiltà e senza futuro”, afferma. Ed elenca un gran numero di studi e di dati sull’efficacia dei vaccini anti-covid al momento a disposizione: Pfizer, Modena, AstraZeneca, Sputnik e Johnson and Johnson. 
“La strategia vaccinale è più avanti di quella terapeutica”, insiste Viale, che spiega come il vantaggio dato dai farmaci contro il Covid “è più modesto” rispetto al siero. Non solo. Secondo un recente studio realizzato in Israele, su un milione di persone vaccinate ci sono state meno di 5.000 di infezioni, nessuna delle quali grave, e con carica virale bassissima e “praticamente non infettante” dopo 14 giorni dalla prima somministrazione. 
Quindi, sottolinea Viale, “il vaccinato protegge anche gli altri, non solo se stesso. Se questi risultati verranno confermati, significa che abbiamo in mano la chiave di volta. Questi dati dovrebbero già essere sufficienti per convincere le persone”. 
Altri studi sottolineano la ‘resistenza’ del vaccino nel tempo. 
“A quattro mesi dalla prima dose- spiega Viale- la curva di decadimento è in discesa al 2%. Questo ci fa sperare che la protezione sia durevole e che nella peggiore delle ipotesi dovremo fare il vaccino una volta all’anno, come per l’influenza”. Nel novembre 2022, dunque, “potremmo fare da una parte l’anti-influenzale e dall’altra l’anti-covid e poter andare in giro senza mascherina- afferma il virologo- ma se avrò il raffreddore, entrerò comunque in un negozio con la mascherina, perché ho imparato la lezione del covid”. 
Grazie al vaccino, dunque, “possiamo accorciare i tre terribili anni di durata consueta di un’epidemia e stare sotto i due anni”, afferma Viale, a patto però di “vincere questa corsa contro il tempo di vaccinare piu’ della meta’ della popolazione entro il prossimo ottobre”, in modo da ridurre la circolazione del virus grazie all’immunità di gregge.

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Il vaccino, ribadisce poi il virologo del Sant’Orsola, “è l’unica strada” anche contro le varianti del Covid. La loro comparsa, sottolinea Viale, “è stata il ‘de profundis’ per quegli Stati che hanno provato ad avere un’immunita’ di gruppo naturale, come l’Inghilterra o la Svezia. Senza i vaccini, con il coronavirus è pressoche’ impossibile”.

Con la variante inglese, tra l’altro, l’incidenza della mortalità “radoppia, passando da due a quattro su mille casi. E’ un dato inquietante, per quanto atteso, che pero’ rinforza la strategia vaccinale”, afferma Viale. 

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