Su AstraZeneca il pasticcio mediatico più che scientifico è stato servito su un piatto d’argento all’opinione pubblica.
Ma questa volta a contribuire all’incertezza in maniera dirimente sono state le stesse agenzie regolatorie sui medicinali, a cominciare dall’Ema, la quale con una dichiarazione alla Ponzio Pilato, ha scaricato la responsabilità di ogni azione sulla limitazione del vaccino ai singoli Stati, i quali inevitabilmente brancolano nel buio e vanno in ordine sparso.
Il vaccino di AstraZeneca, ribattezzato Vaxzevria il 25 marzo, è frutto di una ricerca che ha coinvolto lo Jenner Institute dell’Università di Oxford e la sua società spin-out, Vaccitech, in collaborazione con la società anglosvedese AstraZeneca e l’italiana Irbm Science Park.
Usa un vettore virale basato su una versione indebolita del comune virus del raffreddore (adenovirus) che causa infezioni negli scimpanzé e contiene il “materiale genetico” che codifica per la proteina Spike del virus SARS-CoV-2.
A seguito dell’inoculazione del vaccino nel soggetto sano, la proteina spike superficiale viene prodotta dall’organismo, stimolando il sistema immunitario ad attaccare il virus SARS-CoV-2 se in seguito infetta l’organismo.
A dicembre il vaccino è entrato nell’ultima fase di sperimentazione e il 30 dello stesso mese è stato approvato per l’uso nel programma di vaccinazione del Regno Unito.
La prima vaccinazione è stata somministrata il 4 gennaio 2021.
Il 12 gennaio 2021 l’Ema ha ricevuto la domanda di autorizzazione condizionata all’immissione in commercio da AstraZeneca, il parere positivo dell’Agenzia è arrivato il 29 gennaio.
L’efficacia del vaccino AstraZeneca nello sviluppo di anticorpi neutralizzanti contro il virus negli individui vaccinati è risultata del 62,6% nei trial clinici preliminari.
La protezione contro lo sviluppo di forme gravi della malattia è risultata tuttavia maggiore.
L’Ue, secondo quanto affermato dalla direttrice generale alla Salute della Commissione Europea Sandra Gallina in audizione alla commissione Bilancio del Parlamento Europeo a Bruxelles, paga ad AstraZeneca per ogni dose di vaccino anti Covid più di 1,78 euro, cifra emersa a dicembre, quando l’europarlamentare belga Eva De Bleeker ha reso pubblici (per errore) i prezzi delle singole dosi, ancora coperti da segreto.
Il 7 aprile l’Ema ha pubblicato un nuovo rapporto in cui ha riconosciuto un “forte legame” fra la somministrazione del vaccino anti-Covid di AstraZeneca e alcuni casi estremamente rari di eventi trombotici cerebrali e addominali, associati a carenza di piastrine nel sangue.
L’Ema ha analizzato in profondità 62 casi di Cvst (Trombosi cerebrale dei seni venosi) e 24 casi di trombosi addominali (Trombosi venose splancniche), segnalati fino al 22 marzo 2021, di cui 18 con decorso letale, e questo su 25 milioni di persone vaccinate nello Spazio economico europeo (Ue più Norvegia, Islanda e Lichtenstein) e nel Regno Unito. Ma in totale, i casi riportati fino al 4 aprile sono stati 169 riguardo alle trombosi cerebrali, e 53 per le trombosi addominali, su 34 milioni di persone vaccinate.
L’Ema ha concluso pertanto che queste trombosi combinate con bassi livelli piastrinici dovrebbero essere elencate fra i possibili effetti collaterali, molto rari, del farmaco di AstraZeneca.
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globalist Modifica articolo
8 Aprile 2021 - 10.34
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