La pandemia non accenna a rallentare, anzi, secondo l’Oms si è arrivati ad un punto critico in cui le infezioni da Sars-Cov2 stanno crescendo in maniera esponenziale e la strada per raggiungere la vaccinazione di massa è ancora lunga.
Intanto il premier bulgaro Borissov riferisce che i nuovi contratti che l’Ue negozia con Pfizer per una fornitura fino a 1,8 miliardi di dosi (di cui 900 milioni opzionali) per il 2022-2023 avranno un “prezzo notevolmente più alto”.
“Era a 12 euro, poi è aumentato a 15,5, ora per il 2022-2023 vengono firmati contratti a 19,5 euro”, ha detto Borissov.
Un funzionario dell’Ue coinvolto nei colloqui ha confermato il prezzo, spiegando però che i negoziati non sono ancora conclusi.
Oms: “Capacità produttiva dei vaccini è insufficiente, supporteremo i Paesi”
“La pandemia ha dimostrato che la capacità di produzione globale non è sufficiente per fornire vaccini e altri prodotti sanitari essenziali in modo rapido ed equo dove sono più necessari.
Investire in una capacità produttiva nazionale sostenibile e sicura è fondamentale per garantire programmi di immunizzazione essenziali e costruire sistemi sanitari forti e resilienti contro le inevitabili emergenze sanitarie del futuro.
L’Oms è pronta a fornire supporto tecnico immediato per assistere i Paesi nella valutazione della fattibilità di una produzione locale e nell’accesso alla tecnologia e al know-how”.
Lo ha detto il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, chiudendo il consueto aggiornamento su Covid-19 nel mondo.
“Per affrontare questa sfida – ha spiegato il Dg – l’Oms e i suoi partner hanno istituito la task force di produzione Covax, per aumentare l’offerta a breve termine, ma anche per costruire una piattaforma per la produzione sostenibile di vaccini a sostegno della sicurezza sanitaria regionale”.
Il numero uno dell’Oms ha fatto un cenno anche all’esperienza africana: “Oggi mi sono unito a diversi leader africani per una discussione su come aumentare la produzione locale di vaccini.
E’ stato molto incoraggiante sentire Ruanda, Senegal e Sudafrica parlare dei passi concreti che hanno intrapreso finora per avviare una produzione locale”.
Come all’inizio della pandemia, questi Paesi “si stanno unendo per un approccio coordinato” alla sfida.
Anche pensando al futuro, “bisogna fare oggi quello che si può fare oggi”, ha concluso.
Argomenti: covid-19