Pregliasco: "Vaccini e rispetto delle regole altrimenti arriva un'onda di contagi e morti"
Top

Pregliasco: "Vaccini e rispetto delle regole altrimenti arriva un'onda di contagi e morti"

Il direttore dell’Istituto Galeazzi di Milano: "Abbiamo visto tutti che cosa è accaduto in Sardegna, quando è passata per poco tempo in zona bianca per poi precipitare rapidissimamente in zona rossa".

Il virologo dell'Università degli studi di Milano, Fabrizio Pregliasco
Il virologo dell'Università degli studi di Milano, Fabrizio Pregliasco
Preroll

globalist Modifica articolo

20 Aprile 2021 - 16.03


ATF

di Antonello Sette

 

Professor Pregliasco, da lunedì 26 le maglie delle misure restrittive si allargano. C’è il pericolo concreto di una recrudescenza della pandemia?

E’ un rischio che comporterà un prezzo da pagare – premette il direttore dell’Istituto Galeazzi di Milano rispondendo all’Agenzia SprayNews – . Non dico un’ondata, ma un’onda di nuovi casi mossa dalla maggiore possibilità dei contatti. Tenere a bada e non farsi travolgere da questa onda sarà possibile solo se ci sarà una collaborazione di tutti e a tutti i livelli. Le istituzioni dovranno accelerare il più possibile la campagna vaccinale. I gestori delle attività riaperte dovranno rispettare i protocolli rigorosamente e in ogni occasione. E poi, soprattutto, sarà fondamentale il comportamento dei cittadini. La responsabilità più grande è nelle nostre mani. Abbiamo visto tutti che cosa è accaduto in Sardegna, quando è passata per poco tempo in zona bianca per poi precipitare rapidissimamente in zona rossa. Sarebbe una iattura se volessimo colmare quello che non abbiamo potuto fare per un anno intero, subito e tutti insieme. Bisogna tenere in mente che in questo momento il virus sta circolando e ogni contatto interumano equivale a un potenziale rischio. E, se i contatti ravvicinati tornassero a correre, alla possibilità di una nuova diffusione del contagio.

C’è chi quantifica il rischio connesso alle aperture annunciate in migliaia di altri decessi?

Io spero che l’incidenza in termini di vite umane non sia così alta. Molto, se non tutto, dipenderà dalla velocità di realizzazione della campagna vaccinale. 

A proposito di campagna vaccinale, ci sono state, come lei sa meglio di me, dei rallentamenti dovuti a una comunicazione confusa e altalenata. In tanti, a un certo punto, hanno cercato di evitare Astrazeneca, di cui erano stati a dismisura amplificati i possibili rischi collaterali…

Va detto che sui vaccini, di cui io mi occupo da sempre, ci sono una ritrosia a realizzarli e un eccessivo focus sugli eventi avversi. Quando assumiamo dei farmaci lo facciamo con maggiore serenità e, proprio per non spaventarci, non leggiamo gli effetti indesiderati elencati nel bugiardino. Con i vaccini, che ci vengono iniettati mentre stiamo bene, è sempre stato molto più complicato. In questo caso non ha certo giovato una comunicazione cacofonica a livello internazionale, con scelte non coordinate in ambito europeo, che ha creato dubbi e rallentamenti, in particolare in alcune zone, mentre la malattia, come sappiamo, non guarda in faccia nessuno, a partire dalle persone più fragili.

Poi ci sono i danni prodotti dai non allineati, da quelli che remano controcorrente. Prima i negazionisti, convinti che la pandemia fosse un’invenzione artatamente costruita. Ora i no vax, che osteggiano i vaccino come se fosse un siero velenoso…Una contro campagna strisciante, che mira a fare proseliti…

Il Covid è una malattia strana, che in qualche modo consente considerazione negazioniste perché è vero che nella maggior parte dei casi devolve in modo banale e finanche senza che si manifesti una malattia vera e propria. Un virus multifaccia banale, ma nello stesso tempo molto grave. A basso rischio specifico, ma talmente contagioso da determinare, a fronte di percentuali basse, numeri assoluti molto rilevanti e effetti molto pesanti sulla salute pubblica.

Che cosa vuole dire a chi si ostina a non volersi vaccinare?

Ci si deve vaccinare per proteggere se stessi. La malattia è molto meglio non contrarla perché, anche quando la subisci in forma debole e la superi, ti lascia degli strascichi di cui non possiamo ancora conoscere i possibili effetti a lungo termine. Ci si deve vaccinare per proteggere le persone fragili, che ci stanno attorno. Ci si deve vaccinare pe proteggere la comunità in cui viviamo e farla tornare nel più breve tempo a una vita normale e con minori sofferenze. 

A proposito, quando torneremo una vita normale. Quando potremo tornare ad abbracciare i nostri amici o anche lo sconosciuto vicino di posto allo stadio? 

Io credo che questo virus rimarrà fra noi ancora per qualche anno ma, una volta completata, nei limiti dettati dalle scelte individuali, la campagna vaccinale, potremo conviverci sempre meglio. Dovremo fare dei richiami per uno o sue anni ma, già entro la fine di questo, potremo tornare a una vita sostanzialmente normale.

Un’ultima domanda. Che cosa continua a farla arrabbiare?

Mi fanno arrabbiare i no vax e ancor di più i minimizzatori, quelli specializzati nelle distinzioni. Quelli del “non si muore per, si muore con”. Quelli del “bisogna proteggere gli anziani e vivere”. Bisogna, invece, proteggere tutti perché un disastro sanitario blocca l’economia. Perché la sofferenza annichilisce il presente e il futuro di tutti noi. 

Native

Articoli correlati