Le riaperture decise dal governo poco meno di una settimana fa hanno fatto esultare chi chiedeva a gran voce l’allentamento delle misure, ma quasi tutti i virologi sembrano andarci cauti e anzi lanciano l’allarme per la tempestività con cui queste restrizioni sono state tolte.
Il microbiologo Crisanti è uno di questi: “Riaperture dei locali anche al chiuso? Si è creato un conflitto che obiettivamente ci porta in una situazione che evolverà non in maniera positiva. Da una parte – spiega – ci sono gli interessi di albergatori, ristoratori, di coloro che hanno un bar o anche palestre e piscine, dall’altra l’esigenza delle persone vulnerabili di rimanere vive. Noi sappiamo perfettamente che aprendo in questo modo aumenterà il contagio e sicuramente avremo più morti. Gran parte delle persone a rischio e potenzialmente vulnerabili ancora non sono vaccinate, questo – sottolinea il microbiologo – è da tenere presente”.
“Mi chiedo – continua Crisanti – perché in Inghilterra dove hanno fatto quattro mesi di chiusura durissima nessuno si è lamentato. Probabilmente i ristori non sono adeguati? Allora bisogna risolvere il problema dei ristori, non delle aperture. Stiamo trovando la soluzione che peggiora la situazione”.
Per il microbiologo, “stavolta la politica si è presa la responsabilità, questo è un elemento di chiarezza, poi giudicheranno gli elettori. Invece in Spagna la situazione non è così positiva come si dice: a Madrid il tasso di contagio è di 350 casi ogni 100mila abitanti”, spiega ancora.
Come si spiega la situazione critica in Germania, nonostante l’alto numero di vaccini? “La Germania – replica Crisanti – ha tenuto le scuole molto più aperte di quanto non abbia fatto l’Italia, poi ha anche un livello di industrializzazione molto elevato ed è una regione molto più popolosa dell’Italia, anche con interconnessione molto più elevato dell’Italia”.
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