L’alto grado di contagi presente in India causa l’allarme varianti, con cui adesso dovremo misurarci per valutare l’efficacia dei vaccini.
Il presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Cts Franco Locatelli chiede cautela sul fatto che “la variante indiana possa bucare i vaccini perché non ci sono dati che supportino questa tesi e quindi non creerei allarmismi”.
Il monitoraggio per le riaperture – ”Il rischio indubitabilmente un po’ c’è però dipenderà molto da noi, dalla gradualità e dalla progressività delle riaperture e questo è stato una sorta di stella polare che ha guidato le scelte proprio perché l’obiettivo è riaprire per non richiudere più. Poi è chiaro che il monitoraggio settimanale di tutti i parametri ci potrà indicare dei segnali di allerta rispetto ai quali rimodulare le scelte”.
Il ruolo del Cts – ”Sono articoli che chiamerei puntuti, non mi scalfiscono perché interpreto quello che sto facendo come un servizio per il paese. I ruoli devono essere ben distinti: chi decide è la politica perché ha titolo per farlo, il Cts fornisce raccomandazioni, pareri e valutazioni ma non è vero che non siamo stati consultati su tutta una serie di aspetti”.
”Proprio al Cts è stata chiesta l’opportunità di prolungare lo stato di emergenza e addirittura abbiamo proposto una data che è stata poi esattamente quella adottata – ha aggiunto – Con il ministro Brunetta si sono definiti i protocolli per i concorsi della pubblica amministrazione e con il ministro Franceschini c’è stato un dialogo per definire la capienza massima di persone per spettacoli al chiuso e all’aperto”.
Il coprifuoco – ”Io credo che metà maggio sia il tempo minimo che serve per riuscire a vedere anche l’impatto che avrà sulla curva tutta un serie di riaperture che hanno avuto l’obiettivo di contemperare la tutela della salute ma anche di venire incontro a quei fenomeni di disagio sociale e di oggettiva sofferenza economica”.
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