A sottolineare l’importanza della rapidità dei vaccini ci pensa il virologo Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta, che in un post su Facebook – intitolato ‘Terra promessa’ – fa il punto sul caso Israele, territorio ormai libero dal virus.
“In Israele è praticamente tutto aperto da settimane: una bellissima zona bianca (o biancoblu, se preferite) dove tutto o quasi è tornato normale”.
A fare la “differenza? Semplicissimo: il passo della vaccinazione. In Israele la grande maggioranza della popolazione adulta è stata rapidamente vaccinata (con Pfizer), e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.
“In Israele, Paese da 9,2 milioni di abitanti – spiega lo scienziato – la media mobile a 7 giorni (7-Dma) dei morti di Covid-19 è 1, il che vuol dire che in quel Paese ormai, in media, solo una persona al giorno muore di Covid. Facendo la proporzione” considerando la numerosità della popolazione, è come se in Italia ne morissero tra 6 e 7 (in realtà sono 50 volte di più, circa 328 al giorno come 7-Dma). Da notare anche che la 7-Dma dei nuovi casi di Covid-19 in Israele è 127 e qui, sempre facendo la proporzione, è come se in Italia ce ne fossero circa 825 (mentre in realtà sono oltre 13mila)”.
“Segnaliamo che Israele usa i ‘pass vaccinali'”, evidenzia Silvestri. “In altre parole, sei vaccinato certe cose le puoi fare”, mentre se “non sei vaccinato non le fai. Non ti sta bene? O ti vaccini, o ti adatti”.
“Questo risultato straordinario – conclude il virologo – è l’effetto dell’inferno della scienza scatenato contro il virus (ricordate?), e della ‘cavalleria dei vaccini’ il cui arrivo avevamo annunciato da tempo, mentre le solite prefiche dicevano che ci sarebbero voluti anni ed anni. Dove la cavalleria è arrivata, vedi Uk e Usa, il virus è alle corde. L’ottimismo della conoscenza aveva ragione, mille volte ragione”.