Locatelli avvisa: "La terza dose di vaccino andrà fatta"
Top

Locatelli avvisa: "La terza dose di vaccino andrà fatta"

Il presidente del Css e coordinatore del Cts: "Per 10 mesi dovrebbe mantenersi la capacità protettiva dei soggetti vaccinati, ma è anche possibile che questo intervallo temporale venga prolungato"

Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico
Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico scientifico
Preroll

globalist Modifica articolo

19 Maggio 2021 - 07.30


ATF

Non basterà la copertura delle due dosi di vaccino effettuata nel 2021 a proteggerci dal virus: sarà infatti necessario un richiamo nei prossimi mesi.

Una terza dose di vaccino anti-Covid “è assolutamente ragionevole che debba essere fatta, ma non è completamente stimabile quando dovrà essere raccomandata la somministrazione. La spiegazione è che i tempi di osservazione dei soggetti immunizzati sono ancora limitati. E’ ragionevole pensare che si vada dai 10 mesi in su, cioè per 10 mesi dovrebbe mantenersi la capacità protettiva dei soggetti vaccinati, ma è anche possibile che questo intervallo temporale venga prolungato”.

Lo ha affermato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts), nel suo intervento in audizione presso la 12esima Commissione Igiene e Sanità del Senato sulle modalità di somministrazione dei vaccini anti-Covid a mRna.

Parlando delle modalità di somministrazione dei vaccini anti-Covid a mRna, Locatelli ha poi spiegato che “raccomandare un prolungamento nella somministrazione della seconda dose nella sesta settimana, tra 35 e 42 giorni, trova il suo razionale nel fatto che la seconda dose entro 42 giorni è stata riportata nel dossier fornito dalle aziende all’Ema e soprattutto non inficia l’efficacia delle risposta immunitaria, inoltre la prima somministrazione conferisce protezione dallo sviluppo della malattia Covid. Terzo pilastro, in uno scenario in cui c’è la necessità del Paese di coprire un elevato numero di soggetti, si configurano le condizioni in cui è prioritaria per la sanità pubblica e di coprire il maggior numero di soggetti possibili”.

“Il quarto pilastro è il confronto con il generale Figliuolo che aveva stimano che l’allargamento dell’intervallo” fra prima e seconda dose “avrebbe incrementato fino a 3 mln il numero di soggetti che entro maggio potevano ricevere la prima dose. L’ultimo pilastro è quello che è accaduto in altri Paesi dove gli eventi fatali con l’allungamento sono diminuiti”, ha concluso Locatelli.

Quindi, rispondendo alla domanda sulla fattibilità di un richiamo per il vaccino monodose J&J, Locatelli ha ricordato che “il vaccino J&J è basato su una sola dose perché gli studi presentati dall’azienda sono stati fatti su una popolazione che ha ricevuto una sola dose. E’ possibile che studi mirati a testare un eventuale vantaggio incrementale fornito dalla seconda dose possano dimostralo, ma al momento non sono oggi disponibili”.

 

Native

Articoli correlati