Una volta tanto è ottimista: l’Italia tutta in zona gialla, il numero di morti Covid che tocca punte minime, le più basse del 2021.
“Cosa ci dicono questi dati? Ci fanno pensare che ciò che è stato fatto fino ad adesso è corretto”, ammette il virologo Andrea Crisanti, che è sempre stato fra gli esperti più cauti.
E infatti, alla domanda se la pandemia si possa dire archiviata e si possa spingere definitivamente sulle aperture, puntualizza: “Per quel che riguarda il futuro, non so. Il futuro è difficile da decifrare. Che il coronavirus Sars-CoV-2 diventerà endemico penso che non ci siano dubbi. In alcuni Paesi lo è diventato. In altri non c’è per niente come l’Australia, la Cina, la Nuova Zelanda, e penso che questi Paesi cercheranno di non farlo diventare endemico sui loro territori. E’ ancora presto per definire il futuro, vedremo come procedono le vaccinazioni”, conclude il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova
Mettere in moto i medici di famiglia
C’è chi rimanda, chi è spaventato dal singolo vaccino, chi non è convinto, chi non lo vuole fare, chi non ci pensa. Sommate le varie classi d’età, i numeri di chi non si è ancora prenotato per la vaccinazione anti-Covid non sono bassi. “Ma c’è una parte di persone che il vaccino non lo vuole fare e una parte che semplicemente non si è collegata al portale per prenotarlo. Se non si mettono in moto i medici di famiglia, non si avrà una pressione capillare. Vanno coinvolti al più presto”.
Ha ribadito il virologo guardando ai dati di chi un appuntamento per il vaccino non lo ha ancora fissato, oltre un milione fra i 60-69enni .”
Il nodo non è i no-vax, perché molti non lo sono e non è questo il motivo per cui non hanno fissato il vaccino – dice – Penso a mia suocera che non sarebbe riuscita a prenotarlo da sola, se non fosse stato per mia cognata. In generale, ci sono persone che hanno bisogno di aiuto, altre di essere indirizzate, motivate. E i medici di famiglia possono contribuire e avere un ruolo cruciale in questo”.
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