L'infettivologo Galli: "Immunità di gregge? Accontentiamoci di uno scudo contro ricoveri e cimitero"
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L'infettivologo Galli: "Immunità di gregge? Accontentiamoci di uno scudo contro ricoveri e cimitero"

Lo studioso del Sacco di Milano: "Sars-CoV-2 continua a mettere varianti e, finché non avremo un vaccino che ci consenta di combatterle in maniera più decisiva, non sarà possibile raggiungere l'obiettivo".

Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all'università Statale di Milano
Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all'università Statale di Milano
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29 Maggio 2021 - 17.46


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Immunità di gregge traguardo raggiungibile a settembre? “Dipende da cosa si intende. L’immunità di gregge” contro il coronavirus Sars-CoV-2 “non l’ha raggiunta nessuno.

Semplicemente perché, se si intende che non ci saranno più infezioni perché tutti sono immunizzati, non è così. Oggi stiamo aspirando a una protezione contro ospedale, rianimazione, e cimitero. Questo è il discorso”.
Lo ha  evidenziarlo Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, docente all’università Statale del capoluogo lombardo, commentando le prospettive aperte dalla vaccinazione di massa che sta andando avanti nel Paese e le mete che si stanno ponendo istituzioni e autorità sanitarie.

Raggiungere l’immunità di gregge, ammette l’infettivologo, “sarebbe cruciale perché permetterebbe di liberarci dal virus. Ma Sars-CoV-2 continua a mettere varianti e, finché non avremo un vaccino che ci consenta di combatterle in maniera più decisiva, non sarà possibile raggiungere l’obiettivo”.

Insomma, “l’immunità di gregge è un discorso più complicato” di quanto sembri, avverte Galli. “E bisogna fare attenzione” a darlo per scontato. “Faccio solo un esempio: nell’ottobre dell’anno scorso – ricorda – la città di Manaus in Brasile aveva il 76% della popolazione che si era infettata con Sars-CoV-2 e non c’è stata immunità di gregge. Purtroppo è invece emersa quella che tutti conosciamo come variante brasiliana. A buon intenditor, poche parole”, conclude l’esperto.

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