Palù (Aifa): "La variante indiana può essere controllata, ecco come"
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Palù (Aifa): "La variante indiana può essere controllata, ecco come"

Il presidente dell'agenzia italiana del farmaco: "Non dobbiamo essere preoccupati ma controllare che queste varianti non sfuggano al controllo degli anticorpi che vengono indotti dalla vaccinazioni"

Giorgio Palù
Giorgio Palù
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30 Maggio 2021 - 15.32


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L’efficacia dei vaccini rischia? Le varianti del Covid19 non devono preoccupare, ma vanno controllate. 

Parole di Giorgio Palù, presidente Aifa, durante la trasmissione ‘Mezz’ora in più’, sottolineando che la variante indiana che imperversa in Uk può essere controllata con il vaccino.

“Che noi sequenziamo un po’ meno degli altri è vero. I britannici sequenziano il 40-50%, noi – dice – siamo intorno all’1%. La variante indiana circola anche da noi, ma è meno dell’1%: la prevalente è la variante inglese, oltre il 90%. Poi abbiamo in alcune regioni la variante brasiliana, e abbiamo anche la nigeriana e la sudafricana.

Quindi le abbiamo tutte, ma per definire pericolosissima una variante bisogna aver accertato o su esperimenti animali o con dati clinici ed epidemiologici che c’è un aggravamento della condizione e questo non è vero”, osserva Palù.

Secondo il presidente dell’Aifa, è “naturale” che il virus muti, “non dobbiamo essere preoccupati ma controllare che queste varianti non sfuggano al controllo degli anticorpi che vengono indotti dalla vaccinazioni. Anche la variante indiana può essere controllata. Gli inglesi si stanno accorgendo che serve vaccinare con le due dosi”, conclude.

Origine del virus? Senza la collaborazione della Cina non lo sapremo

“Forse la verità sull’origine del Covid19 non la sapremo mai senza la collaborazione dei cinesi. Tutte le ipotesi restano sul tappeto”. Ha aggiunto Giorgio Palù.

“Ci sono dettagli che ci lasciano sospettosi: uno, che non si sia trovato un ospite intermedio; due, che nel mercato del pesce non si sia trovata traccia di un ospite intermedio; tre, alcune differenze strutturali. Nella proteina S Spike c’è una struttura di amminoacidi che non hanno tutti gli altri coronavirus. Tutto è possibile, solo i cinesi potranno dirci la verità”, conclude.

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