Tanti dubbi e poche certezze.
“Confermo ancora una volta che, secondo me, la verità sul virus non si saprà mai”.
Ne è convinta la microbiologa dell’ospedale Sacco di Milano Maria Rita Gismondo, che più volte ha espresso dubbi sull’origine del patogeno responsabile della crisi Covid, ricordando anche i risultati di uno studio condotto dal suo staff con Cnr e Istituto superiore di sanità, secondo cui nelle acque reflue del capoluogo lombardo “Sars-CoV-2 c’era già a fine novembre 2019”.
Dopo che l’immunologo Anthony Fauci ha chiesto alle autorità cinesi di mettere a disposizione le cartelle cliniche di 9 persone che avrebbero mostrato sintomi compatibili con Covid-19 prima che fu data notizia ufficiale dei primi casi di infezione, l’esperta fa notare che “avere le cartelle cliniche sarebbe un primo passo. Ovviamente”, precisa la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze del Sacco, questo comporterebbe “da parte nostra avere fiducia nel fatto che siano cartelle cliniche integre e originali”.
Quello compiuto dal super esperto della Casa Bianca, quindi, rappresenta “un passo avanti, ma certamente non è sufficiente. Non basta – sostiene sempre Gismondo – perché quello che stiamo inseguendo è il virus”, indietro nel tempo fino alle sue origini, cercando di far luce sulle “modalità di lavoro del laboratorio di Wuhan, che ci lasciano molto perplessi sulla reale origine di Sars-CoV-2”.
Arrivare alla verità, ripete, sarà difficile se non impossibile.
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