Questa volta dopo le sfortunate frasi di un anno fa cambia il tiro. E non parla più di virus clinicamente inesistente.
“Questa mattina il Pronto soccorso del mio ospedale era pieno di pazienti con altre malattie, non esistono fortunatamente pazienti con insufficienza respiratoria da Sars-CoV-2. Questo per me vuol dire che il virus è clinicamente… in letargo. Vogliamo dirla così? Può darsi che si risvegli? Speriamo di no”.
Così Alberto Zangrillo, direttore dell’Unità operativa di anestesia e rianimazione generale del San Raffaele di Milano, ai microfoni di ‘Un giorno da pecora’ su Rai Radio 1, è tornato sulla sua affermazione di un anno fa quando disse che il virus era “clinicamente morto”.
“Il virus esiste – ha sottolineato Zangrillo – come esistono centinaia di virus. Adesso stiamo cercando questo, quindi troviamo questo, però se ne cercassimo altri ne troveremmo altri e quello che è certo – ha aggiunto – è che dobbiamo affrontarlo con attenzione, evitando di fare le cassandre, ma anche di fare degli indovini”.
Secondo il medico, “viviamo nel continuo e perenne pregiudizio. La verità assoluta non esiste. La verità è verità in quanto tale perché la dice qualcuno che appartiene al politically correct. Noi – ha spiegato con un esempio – ricordiamo quando Trump disse che forse c’era poca trasparenza da parte dei cinesi: fu preso come un cialtrone, un buffone, e attaccato soprattutto dai media locali e poi ovviamente da tutti gli altri. Adesso, a un anno di distanza, le stesse cose le dice Biden e quindi ora è giusto indagare. In Italia è la stessa cosa – ha sostenuto Zangrillo – quindi il politically correct è alla fine quello che guida: la verità è in relazione a chi dice quella cosa”.
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