È corsa ai vaccini per i giovani ma gli esperti frenano sugli open day
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È corsa ai vaccini per i giovani ma gli esperti frenano sugli open day

Un gruppo di 24 medici vaccinatori sarebbero contrari alla scelta di aprire ai più giovani le vaccinazioni con gli Open day AstraZeneca: più rischi che benefici soprattutto nelle donne under 40

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9 Giugno 2021 - 07.58


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Alcuni esperti stanno frenando sugli open day, in particolare quelli dedicati alle somministrazioni di Astrazeneca: porterebbero infatti a un rischio di trombosi “più alto del Covid”. 
Tuttavia i giovani, che stanno puntando al Green pass hanno dato lo sprint alla campagna vaccinale.
Resta intanto il nodo delle discoteche: un nuovo protocollo sarà presentato entro giovedì al Cts.
Le Regioni infatti continuano ad immunizzare i più giovani con qualsiasi tipo di siero: negli “eventi vaccinali” appositamente dedicati non si utilizzano soltanto gli Rna (Pfizer e Moderna), ma soprattutto quelli a vettore virale (Astrazeneca e Johnson & Johnson, raccomandati dall’Aifa per gli over 60).
Da qui l’appello di un gruppo di 24 medici vaccinatori, contrari alla scelta di aprire ai più giovani le vaccinazioni con gli Open day AstraZeneca, “perchè la somministrazione di questo vaccino ai soggetti minori di 40 anni, in particolare di sesso femminile, potrebbe comportare più rischi che benefici, causando anche se raramente complicanze potenzialmente mortali”.
“La loro intenzione – hanno spiegato – è rafforzare la fiducia nelle Istituzioni ed evitare rischi inutili tra i nostri giovani”.
Stessi avvertimenti da Nino Cartabellotta, presidente Fondazione Gimbe, secondo il quale l’esigenza di vaccinare la popolazione andrebbe contemperata con la possibilità di somministrare, in questo momento, altri tipi di vaccini ai giovani. Con il siero a vettore virale, andrebbe immunizzato “quel 28% di 60-69enni e 17% di 70-79enni che ancora non hanno ricevuto la prima dose di vaccino”, ha aggiunto Francesco Broccolo, virologo dell’Università Bicocca di Milano.

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