Dando risalto ai dati che ci arrivano da oltremanica, che ieri ha contato 16mila casi di Covid, mai così tanti da febbraio, dovremmo preoccuparci e pensare a difenderci per evitare una ripetizione della catastrofe dello scorso autunno.
Nonostante ciò, Galli abbassa tutte le tensione e vede improbabile una ripetizione dell’altissima curva dei contagi, anche lui che risultava essere uno tra i più pessimisti.
“Tendo a pensare che sia molto poco probabile che possiamo andare incontro, in autunno, a una situazione simile a quella dello scorso anno, nonostante le preoccupazioni legate alla diffusione della variante Delta”.
Questo “per via del vaccino che ha una serie di aspetti positivi, che ci dà una serie di garanzie e che dovrebbe metterci nella condizione di poter far fronte al problema”.
Secondo il responsabile di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, è difficile – anche se l’aggressiva variante ‘indiana’ sarà presto predominante – che si ripeta una ripresa pandemica con le dimensioni di quelle passate, in termini di decessi e malattie gravi.
“Ma l’obiettivo deve essere neanche più un morto”, precisa.
Per Galli “è’ fuori di dubbio che la diffusione della variante Delta ci imponga di fare attenzione”.
E’ proprio in ragione delle caratteristica delle varianti “che io ho mantenuto sempre un atteggiamento di forte prudenza, non certo per una questione ideologica, ma derivata dagli elementi tecnico scientifici che potevamo avere a portata di mano” .
La pandemia, ricorda l’infettivologo, “è sempre una realtà in divenire. Ma avere tutte queste persone vaccinate, e i dati rispetto alla risposta indotta dal vaccino anche contro la variante Delta, mi fa concludere per un ‘ragionevole ottimismo’ e mi fa dire che non avremo una ripresa autunnale pesante”.
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