L’importanza della ricerca deve essere sempre sottolineata, ancor di più in un momento come questo.
Moderna e Pfizer, i vaccini antiCovid di punta nella lotta a questa pandemia, sono solo il frutto più recente di una tecnologia che si sta studiando da almeno due decenni.
Per arrivare ai vaccini a RNA messaggero ci sono voluti vent’anni di ricerca finalizzati a un altro importantissimo obiettivo, la lotta contro il cancro. L’obiettivo degli scienziati all’inizio era quello di ottenere un vaccino terapeutico contro il cancro che fino a oggi non ha avuto il successo sperato.
I vaccini a mRna non usano virus, ma sfruttano molecole di acido ribonucleico messaggero (mRNA) per “insegnare” alle nostre cellule come, nel caso di Sars-CoV2, assemblare la proteina Spike, che è la chiave con cui il virus responsabile di Covid-19 entra nell’organismo e lo infetta.
La proteina Spike così assemblata viene riconosciuta come estranea dal sistema immunitario che, a sua volta, produce anticorpi neutralizzanti in grado di bloccare il coronavirus.
L’Rna è il materiale genetico che contiene le istruzioni per la sintesi di nuove proteine: in questi vaccini c’è solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina Spike.
Questa tecnologia, il cui studio è iniziato ben 20 anni fa, potrebbe rivoluzione la lotta contro diverse malattie.
Sono infatti allo studio vaccini mRna per varie forme di cancro, dal melanoma al tumore ai polmoni; contro malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla; ma anche contro la malaria, causata dal parassita del genere Plasmodium; contro virus e batteri noti o emergenti.