“Mentre discutiamo” di vaccini e varianti di Sars-CoV-2, di efficacia dell’iniezione scudo e raccomandazioni, strategie, misure e questioni varie, “il virus Sars-CoV-2 se la ride”.
E’ il monito lanciato da un gruppo di scienziati italiani, in una lettera inviata all’editore del ‘Journal of Medical Virology’.
La prima firma è quella di Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia della facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma.
Nel testo firmato insieme ai colleghi Antonello Maruotti (Lumsa di Roma e Università di Bergen in Norvegia), Giancarlo Ceccarelli (Università Sapienza, Policlinico Umberto I di Roma), Fabio Divino (università del Molise, Campobasso), Michele Guarino e Silvia Angeletti (Campus Bio-Medico di Roma) si affronta il tema dell’esitazione verso il vaccino Covid. Per gli esperti “è evidente che c’è un grande bisogno di fornire una comunicazione chiara sulla vaccinazione”.
Ma in questo momento invece “l’enorme quantità di informazioni”, esplosa durante la pandemia “da molte fonti” diffondendosi “attraverso i giornali e online via social”, porta a “una grande confusione nel pubblico. Molti credono di sapere tutto di Covid-19, anche se non sono virologi, biologi, biostatistici”.
“Non sappiamo tutto – hanno obiettato gli esperti – stiamo imparando a conoscere Covid-19” con la pratica, “e usando le conoscenze di background e l’esperienza per gestire al meglio l’epidemia”.
Al giorno d’oggi, “ci troviamo di fronte a diverse opinioni e informazioni”. Per esempio sulla variante “Delta, nota per essere pericolosa, con un probabile potere di infettare più alto. Ma i vaccini possono proteggerci anche da questa mutazione”.
“Tuttavia – hanno proseguito gli esperti italiani – a prima vista, devono essere considerate alcune cautele. Nello studio israeliano è stata osservata una diminuzione dell’efficacia del vaccino Pfizer. Qualcosa di cui preoccuparsi. Negli Usa una notizia allarmante sul vaccino J&J e la variante Delta viene diffusa sui giornali. Di nuovo, qualcosa di cui preoccuparsi, anche se una dose di richiamo con un vaccino a mRna potrebbe risolvere il problema”. Poi, “dopo pochi giorni, J&J pubblica un rapporto aggiornato, supportato da dati scientifici, che mostra una copertura ragionevole su Delta. Un altro esempio di gestione fuorviante delle informazioni disponibili”.
Di conseguenza, “aumenta l’incertezza e la confusione tra le persone”.
Ancora, gli studiosi citano gli Europei di calcio. “Nel Regno Unito c’era preoccupazione per la finale”, per i molti giorni con i contagi in salita. Le ragioni di quei numeri allarmanti? Diverse, dalla prevalenza di infezioni Delta, “probabilmente correlata a un’ampia percentuale di popolazione vaccinata con una singola dose” a “comportamenti non in linea con le regole su distanziamento e mascherina”.
In genere, ragionano gli studiosi, “in situazioni di emergenza, i governi decidono lockdown immediati, ma durante gli Europei non è accaduto”.
In Australia, invece, “c’è stato un isolamento completo e totale con blocchi alle frontiere che hanno garantito di ridurre il rischio di infezione. Di conseguenza, solo l’8% della popolazione è stato vaccinato”. In linea di principio”, osservano gli scienziati tricolore, “evitare la vaccinazione è molto rischioso”. In Russia è successo e “sono sorte molte infezioni, che hanno portato alla vaccinazione obbligatoria imposta dal governo”
“L’agenzia regolatoria – hanno proseguito gli autori della lettera – contribuisce ad aumentare confusione e incertezza.
Diverse e contraddittorie affermazioni sono state rilasciate sui vaccini e sull’età” di chi deve riceverli.
“Questo ha portato le persone a dubitare. Troppe regole poco chiare da seguire e nessuna spiegazione del perché cambiano col tempo”. Ora “c’è un grande dibattito sugli effetti dei vaccini sulle diverse varianti. Possiamo elencare le ricerche che dicono che i vaccini proteggono, non proteggono, proteggono un po’. La gente è confusa; lo siamo anche noi”.
“Per essere chiari” un recente studio, “pubblicato sul New England Journal of Medicine”, “dimostra che due dosi di vaccino sono inequivocabilmente più protettive di una. Quindi, abbiamo ora una risposta certa ad almeno una delle maggiori domande sul rapporto tra variante Delta e vaccini”, affermano Ciccozzi e colleghi.
L’ultimo tema è l’altruismo. Per la “maggioranza dei Paesi poveri il vaccino resta un miraggio. ‘Proteggere loro per proteggerci’ – hanno affermato gli esperti – dovrebbe essere la regola. Questi Paesi possono essere una sorta di sacco endemico dove il virus si muove, infetta e crea nuove varianti che possono ridurre la protezione del vaccino col tempo”. In definitiva si tratta di “riabilitare certi valori dopo un periodo di appannamento, o rimettere in ordine la scala dei valori. Ciò è particolarmente importante in periodi, come quello attuale, di estrema incertezza, in parte a causa di discussioni scientifiche, ma in gran parte anche a causa di problemi comunicativi che riflettono una comprensione non completa dei risultati della ricerca. Questo disorienta le persone e scredita la scienza. E intanto il virus se la ride”.
Argomenti: covid-19