Galli: "Nei prossimi mesi dobbiamo fare attenzione ma senza esagerare negli allarmi"
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Galli: "Nei prossimi mesi dobbiamo fare attenzione ma senza esagerare negli allarmi"

Il direttore delle malattie infettive presso l'ospedale Sacco di Milano: "I vaccini dovrebbero riuscire a contenere i casi gravi e i decessi. Ma questo virus, soprattutto a causa della variante Delta, si diffonde parecchio"

Massimo Galli
Massimo Galli
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13 Novembre 2021 - 17.05


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La nuova ondata di pandemia sta facendo preoccupare molti Paesi in Europa, mentre in Italia, seppur i contagi siano in crescita, non c’è al momento una situazione particolarmente allarmante.
“Mi auguro che non sia necessario. Il sistema a colori a suo tempo non ha funzionato tantissimo e siamo nella condizione in cui molti cittadini sono vaccinati e protetti in maniera significativa. In termini di allarme non esagererei, anche se bisogna fare attenzione nei prossimi mesi”. Così Massimo Galli, direttore delle malattie infettive presso l’ospedale Sacco di Milano sul rischio zona gialla per alcune regioni italiane.
L’immunologo confronta la situazione epidemiologica europea e quella italiana. Anche se si assiste a un aumento dei casi, afferma: “Dobbiamo considerare alcuni fattori. Innanzitutto abbiamo vaccinato tanto, ma dopo.
Abbiamo riaperto le scuole e tutto il resto dopo. Sulla base di questo, veniamo dietro al resto d’Europa, nel senso che è probabile che avremo uno sviluppo discreto della pandemia nel prossimo periodo. Però abbiamo istituito il Green pass prima, incentivando ulteriori persone a vaccinarsi. La situazione merita assoluta attenzione ma non è disastrosa”.
Sulla situazione degli ospedali: “I vaccini dovrebbero riuscire a contenere i casi gravi e i decessi. Ma questo virus, soprattutto a causa della variante Delta, si diffonde parecchio”.
Galli interviene anche sulle somministrazioni delle prime dosi che sono stabili: “Per arrivare al 90% dei vaccinati tra i cittadini vaccinabili, le stime dicono che serviranno due mesi e mezzo circa.
Questo elemento, come addetti ai lavori, ci spaventa, perché è troppo tempo rispetto alla necessità e bisognerebbe riuscire a somministrarle in un tempo minore”, conclude.

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