Un parere che va ascoltato: Guido Rasi, immunologo ed ex direttore dell’Ema, oggi consulente del commissario Figliuolo, non ha dubbi sulla grande utilità di una introduzione abbastanza estesa dell’obbligo vaccinale “ma capisco che non è di facile applicabilità – dice in un’intervista al Sole 24 Ore -. E’ però intollerabile che non sia previsto per alcune categorie a partire da chi indossa una divisa o chi lavora a stretto contatto con il pubblico” come i dipendenti pubblici, almeno a quelli allo sportello o a chi gestisce bar o ristoranti o lavora alla cassa di un supermercato”.
Rasi è d’accordo anche su una possibile esclusione del tampone “che si fa scappare tanti positivi, almeno il 30%”, dal green pass, che quindi sarebbe rilasciato solo a vaccinati e guariti. In Italia “siamo all’inizio della quarta ondata: ora bisogna capire quanto sarà alta questa onda. L’Italia ha punti di forza e debolezza. Tra i primi, il numero importante di vaccinati e un comportamento ancora abbastanza responsabile su mascherina e distanziamento. Tra i secondi, la grande disomogeneità tra le Regioni nel numero di vaccinati e nelle fasce d’età e poi la mancanza di interventi su settori a rischio come i trasporti”.
Il ritmo delle terze dosi “è stato sufficiente, ma ora deve salire di intensità perché solo così si può piegare la curva dei contagi in risalita”.
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