La nuova ondata di Covid imperversa in Europa e piega principalmente Germania e Inghilterra.
Un caso su dieci in Inghilterra è stato causato dalla nuova variante, impropriamente chiamata nell’uso comune Delta Plus.
Lo rivela uno studio del gruppo di ricerca React-1 dell’Imperial College di Londra e dell’azienda della sanità pubblica britannica Uk Health Security Agency. Lo stesso studio rivela però che la variante, per quanto risulti più contagiosa, causa anche meno sintomi.
I risultati mostrano la variante AY.4.2 ha avuto una crescita progressiva da settembre scorso del 2,8%. A contraddistinguere la variante AY.4.2 sono due mutazioni, entrambe presenti nella proteina Spike che il virus utilizza per aggredire le cellule. Una mutazione, nota per essere apparsa più volte nella variante Delta, si chiama A222V, l’altra è la Y145H.
I test effettuati tra il 19 ottobre e il 5 novembre su circa 100mila persone, hanno mostrato che l′11,8% era stato contagiato dalla variante. Tuttavia, solo il 33% aveva i classici sintomi Covid, come febbre, tosse persistente, perdita o alterazione del gusto o dell’olfatto, rispetto al 43% degli infetti con la Delta non ulteriormente mutata.
“La variante sembra più contagiosa”, ha commentato il professor Paul Elliott, direttore del programma React , “Non sappiamo però perché sia più trasmissibile. C’è una nota positiva, sembra essere meno sintomatica”. “Non è chiaro in che modo la variante avrà impatto sulla pandemia”, ha commentato la professoressa Christl Donnelly, un’altra ricercatrice, “Il fatto che sia meno sintomatica, comporta anche che meno persone infette da questa variante si sottopongano ai tamponi, quindi non riusciamo a rintracciarla”.
La UK Health Security Agency ha dichiarato la AY.4.2 una “variante sotto inchiesta” il 20 ottobre. Secondo le informazioni sinora emerse, è legata a un rischio inferiore di ospedalizzazione e morte rispetto alla Delta e non sembra legarsi a un significativo calo di efficacia del vaccino nel contrastarla. Lo studio di React mostra inoltre che la terza dose risulta altamente efficace, riducendo il rischio di infezione di due terzi rispetto alle persone che hanno ricevuto solo due dosi.
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