Preoccupazione legittima, anche perché andiamo incontro all’inverno, ossia a mesi che favoriscono la pandemia. Ma anche qualche ragioni di ottimismo.
Sulla variante Omicron “stanno arrivando buone notizie: è più contagiosa rispetto alla Delta ma, anche dai primi dati che arrivano dal Sudafrica, è meno letale e i sintomi sono modesti”.
Lo ha spiegato Massimo Ciccozzi, responsabile dell’unità di Statistica medica ed Epidemiologia della facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma.
“Tutte le mutazioni che abbiamo visto sulla proteina ‘Spike’ ci dicono che questo virus sta compiendo i primi passi per un vero adattamento sull’uomo – aggiunge Ciccozzi – e anche questa è una buona notizia.
Tutti avevano detto che Omicron poteva essere una variante pericolosa e ora sono tornati indietro. Dai primi dati, ancora non definitivi, pare che anche il vaccino funzioni. I casi ‘italiani’ di Omicron sono vaccinati e stanno bene o con pochi sintomi”.
“Noi abbiamo scoperto e lo stiamo pubblicando, il lavoro scientifico è stato accettato, che questa variante ha una maggiore stabilità nella proteina Spike. Questo – osserva – ci dice che infetta meglio della Delta, è più contagiosa, ma non aumenta la letalità. Una evoluzione che si innesca quando un virus deve adattarsi all’uomo, come accaduto per il raffreddore, la strategia è di essere più contagioso ma meno letale. Quindi è chiaro che la vaccinazione non ci protegge dal contagio ma dai sintomi della malattia. Il mio messaggio – conclude – è di stare tranquilli e sereni ma anche di fare la terza dose se ancora non l’abbiamo fatta”.