L’Italia viaggia a livelli di quasi un milione di tamponi al giorno, dai quali, complice la nuova variante Omicron, risultano ormai più di 50000 contagi. Se per alcuni finalmente si è raggiunto un livello accettabile di tracciamento dei positivi, per altri il così elevato numero di tamponi quotidiani è una esagerazione che rischia di mettere in crisi il sitema Paese.
“Ormai siamo diventati il paese dei tamponi o ancor meglio ‘tamponificio Italia’. I tamponi non vengono richiesti da un medico e quindi interpretati, ma sono diventati come le Zigulì o i preservativi. Li prendi quando vuoi, al banco, li puoi ordinare sul web e te li fai addirittura da solo. Non so bene con che metodo. Oppure ti metti in coda per ore per poter andare a fare capodanno in sicurezza (si fa per dire) o finire la quarantena imposta dal figlio che è aveva un positivo in classe”.
Così su Facebook l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale Policlinico San Martino di Genova.
“Che senso ha tutto questo? – si chiede Bassetti – Il rapido può dare falsi negativi (fino al 40% dei casi), falsi positivi e in ogni caso offre un’istantanea del momento in cui è stato fatto. Torniamo a fare i tamponi ai sintomatici e finiamola con questo sistema che rischia di paralizzare il nostro paese”.