Tumori, un nuovo studio dimostra vaccino universale anti-cancro è possibile
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Tumori, un nuovo studio dimostra vaccino universale anti-cancro è possibile

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature indica la necessità di nuove sperimentazioni cliniche che renderebbero possibile avviare gli studi anche sugli esseri umani.

Tumori, un nuovo studio dimostra vaccino universale anti-cancro è possibile
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26 Maggio 2022 - 11.37


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La speranza è tanta, perché sarebbe un vaccino in grado di cambiare tante cose: i risultati di una ricerca scientifica statunitense consegnano una speranza nella lotta contro i tumori.
Un nuovo vaccino anti-cancro, testato su topi e scimmie, sarebbe in grado di bloccare la cellule malate, abbattendo le difese che i tumori mettono in atto per proteggersi dagli attacchi del sistema immunitario. I risultati dello studio aprono la strada alla possibilità di mettere a punto un vaccino universale, dal momento che la nuova terapia può superare le diverse variazioni che si presentano in ogni paziente.

Lo studio – Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, è stato coordinato dal Dana-Farber Cancer Institute e dalla Harvard Medical School, entrambi di Boston, e indica la necessità di nuove sperimentazioni cliniche che renderebbero possibile avviare gli studi anche sugli esseri umani.

Il nuovo approccio – La maggior parte dei vaccini contro il cancro “insegna” al sistema immunitario a riconoscere ad attaccare le proteine specifiche (antigeni) che si trovano sulla superficie delle cellule tumorali. Tuttavia, la capacità di questi antigeni di stimolare una risposta immunitaria è unica per ogni individuo, cosa che rende difficile lo sviluppo di un vaccino efficace per tutti.

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I ricercatori guidati da Soumya Badrinath hanno scelto un approccio diverso. Il loro vaccino anti-cancro può superare le variazioni individuali perché ha come obiettivo due tipologie di cellule immunitarie, le cellule T e le cellule NK (Natural Killer). In particolare, il vaccino stimola due proteine chiamate MICA e MICB, anch’esse presenti sulla superficie delle cellule tumorali e la cui produzione aumenta in condizioni di stress, che sono in grado di legarsi alle cellule immunitarie e attivarle.

Normalmente, i tumori riescono a neutralizzare la minaccia rompendo le proteine MICA e MICB  e disperdendole, ma è proprio a questo punto che entra in gioco il nuovo vaccino: impedisce alle cellule tumorali di liberarsi delle due proteine e quindi rende molto più facile l’attivazione delle cellule T e NK del sistema immunitario
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