Finanza: l’investitore cambia volto e scelte
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Finanza: l’investitore cambia volto e scelte

Anche se a piccoli passi, il mondo della finanza e degli investimenti sta vivendo cambiamenti, che riguardano tanto gli attori quanto i prodotti e le strategie prescelte

Finanza: l’investitore cambia volto e scelte
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4 Ottobre 2022 - 23.05


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Nonostante quasi la metà del capitale investito (47%) appartenga ai cosiddetti Boomers – generazione delle classi 1946-1964 – e un quarto sia riferibile alla popolazione anziana, è in crescita la percentuale di giovani che si affacciano al mondo del risparmio. 

Soprattutto se questa fetta di giovani e giovanissimi, pari al 13%, viene rapportata alla corrispettiva quota di popolazione che detiene attività finanziarie: così facendo si comprende che, seppur in minor numero in termini assoluti, è in questa fascia che risulta la maggior concentrazione di investimenti.

Ma i dati di Assogestioni non rilevano solo questo. Quanto emerge chiaramente è il forte divario economico fra generazioni. Che emerge dalle diverse quote di investimenti che ogni fascia ricopre, ma anche nella particolare strategia di risparmio a cui le diverse generazioni decidono di affidarsi.

La media di investimento è di 53 mila euro, ovviamente alzata dai Boomer che investono mediamente 61 mila euro, e compensata dai 13mila euro medi di Millennials e Generazione Z, che rappresentano invece un misero 4,4% della ricchezza totale investita.

L’altro fattore, come dicevamo, riguarda la disponibilità economica, sulla quale si basano e si adeguano le opzioni di risparmio. 

Più diffusi fra i Boomers e tra la popolazione anziana i PIC (Piani di Investimento Capitale), che prevedono un esborso immediato in un’unica soluzione, mentre la quota giovani predilige la comodità dei Piani di Accumulo Capitale, che prevedono versamenti di denaro dilazionati nel tempo tramite piccole rate.

Oltre al grande vantaggio di non dover necessariamente disporre di un capitale accantonato per dover iniziare il proprio piano di accumulo ed investimento, i PAC sono estremamente flessibili, permettendo di variare e sospendere le rate, aspetto da non sottovalutare per chi, come i giovani, si trova in un mondo lavorativo sempre più incerto.

Non manca la crescita della componente femminile: 47% contro il 53% degli uomini, ma secondo le previsioni è probabile che si giunga a una parità entro il 2030.

Fra i fattori che vengono presi in considerazione in riferimento a questo aumento vi è una più alta istruzione femminile, ma anche il divario retributivo di genere, che porta le donne a cercare di rendere il proprio futuro più indipendente.

E anche se, per il momento, i numeri possono non sembrare particolarmente significativi, il segnale è forte ed è un’ottima opportunità, per le società specializzate, per lo studio di nuovi e appositi prodotti, mirati a questo nuovo target.

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