Giuseppe Pambieri torna in scena a Milano e lo farà insieme al collega Carlo Greco. I due, dal 9 all’11 dicembre, saranno impegnati al Teatro San Babila di Milano, nella rappresentazione della pièce “Nota Stonata”. Un testo, come definito dalla critica, “sorprendente”, scritto dall’attore, sceneggiatore e drammaturgo francese Didier Caron e tradotto dallo stesso Carlo Greco.
La regia è stata affidata a Moni Ovadia, attore, cantante e scrittore italiano di origine bulgara.
A sipario aperto, la prima scena catapulterà la platea nei primi anni ’90, in un camerino della Filarmonica di Ginevra, dove il direttore d’orchestra Hans Peter Miller – dopo aver chiuso un concerto – viene interrotto da Léon Dinkel, un indiscreto spettatore, arrivato fin dal Belgio per potergli parlare. Il colloquio tra i due si prolunga e più la conversazione si anima, più la trama si infittisce, attraverso suspance, colpi di scena, flashback e tante domande irrisolte sul misterioso Sig. Dinkel.
Premiato come Spettacolo di maggior successo durante la 54° edizione del Festival teatrale di Borgio Verezzi, “Nota Stonata” è stato prodotto dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale e sceneggiato da Eleonora Scarponi. I costumi sono una realizzazione di Elisa Savi, mentre, le luci, di Daniele Savi.
Nel sottolineare i toni deflagranti del testo, Moni Ovadia ha così commentato: “Dopo poche folgoranti quanto semplici battute di dialogo, mi sono sentito agguantare per l’anima e il basso ventre e quella sensazione non mi ha mollato più fino alla parola fine. L’ho letto d’un fiato, a bout de soufflé”.
“Pur svolgendosi interamente nel camerino di un direttore d’orchestra – ha continuato– la pièce deve avere elementi allusivi e trasfiguranti così come le luci, la regia deve porsi al servizio dello scavo attoriale per guidare, sostenere, provocare ed “estorcere agli attori” una totale immersione in una temperie prima ancora che in una messa in scena teatrale. Lo sforzo è stato quello di costruire una complessa partitura in forma musicale, le cui note, i fraseggi, le pause e le dinamiche siano i movimenti intrapsichici dell’interpretazione, le reazioni, le titubanze, le messe in iscacco, le entrate in una suspense e le uscite, per entrare in una nuova tensione che coinvolgano e travolgano lo spettatore per renderlo testimone di ciò che è terrificante nell’umano e proporgli una possibilità di redenzione alla quale può accedere solo chi sia disposto ad avere coscienza di quale inferno l’essere umano può essere capace di inventare contro il proprio simile”.
Dopo il fermo natalizio, la compania farà scalo a Roma, dove lo spettacolo andrà in scena al Teatro Vittoria, dal 17 al 29 gennaio.