Se c’è qualcosa in cui l’Italia eccelle è certamente il turismo. Sono tante le attrazioni che fanno gola ai milioni di turisti italiani e stranieri che ogni anno decidono di visitare il nostro Paese. Anche perché quello che lo Stivale offre sono tante tipologie diverse di turismo. Da quello artistico-storico-culturale, come nel caso di città d’arte alla pari di Roma, Firenze e Napoli, a quello archeologico, come nel caso degli scavi di Pompei ed Ercolano, passando per quello enogastronomico, diffuso in tutta Italia. Per non parlare, poi, di quello balneare e naturalistico, specialmente in Montagna e non solo d’inverno. Infine, c’è anche un turismo legato ad alcune attrazioni più o meno moderne come i parchi tematici, da Magicland vicino Roma, a Gardaland e Mirabilandia a nord, oppure quello dei casinò. Perché se Las Vegas e Montecarlo rappresentano due punti di riferimento per il settore, certamente il nostro Paese non è da meno, data la presenza di alcune delle sale più rinomate e antiche del mondo. Anche se questo tipo di turismo è messo in discussione ultimamente dall’avvento del gioco telematico. Perché esistono anche in Italia slot online con tutte le tue slot preferite e altre tipologie di giochi, come baccarat, poker o blackjack, ossia gli stessi che si troverebbero in casinò fisici ma in formato digitale. Quindi quello che viene da chiedersi è se tali sale fisiche siano ancora popolari e di tendenza nel nostro Paese oppure no.
Quali sono le sale italiane?
Per rispondere a quel quesito, però, bisogna partire dalla conoscenza di quante sale ci siano attive in Italia. Attualmente esse sono quattro, anzi cinque per la precisione, in quanto il casinò di Venezia ha due sedi distinte: il Ca’ Vendramin e il Ca’ Noghera. La prima è definibile come l’originale, in quanto è anche la più antica sala da gioco del mondo, fondata nel 1638 per dare un minimo di regolamentazione al vizio del gioco portato avanti da esponenti della nobiltà veneziana secentesca. La sua fondazione come casinò riconosciuto ufficialmente dalle autorità italiane, invece, risale a metà Novecento. Essa si differenzia dal Ca’ Noghera, di inaugurazione più recente, per il contenere soprattutto giochi da tavolo, mentre la seconda, ubicata a due passi dall’aeroporto veneziano, ha uno stile che ricorda molto più da vicino i casinò tipici di Las Vegas, specialmente in termini di giochi, come le numerose slot machines lì fruibili. Il terzo casinò, non in ordine temporale, è quello di Sanremo, fondato agli inizi del Novecento. Una struttura nel cuore della cittadina ligure che per anni ha ospitato anche il Festival della Canzone Italiana prima del Teatro Ariston, dove di recente ha trionfato per la prima volta il Rock. Il quarto, invece, si trova al di là dei confini italiani, ma in un territorio che si caratterizza per l’essere un exclave tricolore: Campione d’Italia. Una sala fondata negli anni del primo conflitto mondiale e che aveva per lo più fini militari e di spionaggio, tanto da essere chiusa nel 1917 per la prima volta. Riaprì quasi 20 anni dopo, nel 1933, resistendo stavolta fino al 2018, quando venne fatta chiudere per problemi economici. La riapertura, si spera, definitiva c’è stata nel gennaio del 2022. Infine, c’è il casinò di Saint Vincent, in Valle d’Aosta. Esso è sorto inizialmente nel medesimo edificio che ospita l’hotel Billia, salvo staccarsene fisicamente, ma non ideologicamente, dopo la recente ristrutturazione, divenendo una sede a parte. Qui sono stati ambientati anche molti show televisivi della Rai, specialmente nel periodo del Capodanno. Fino agli Anni 80, poi, c’era anche una sesta sala, oggi chiusa definitivamente, ossia quella di Bagni di Lucca, considerata da alcuni storici la prima vera sala da gioco ufficialmente riconosciuta come tale, fondata in Italia nel Settecento.
Le sale italiane sono ancora in voga?
A questo punto possiamo provare a rispondere dal quesito che in molti si pongono. Certamente, stando a vedere i numeri ufficiali del Libro Blu 2021 stilato da ADM, il comparto del gioco fisico sta attraversando un momento complicato. Il settore del gioco telematico, infatti, ha stabilmente preso il sopravvento, tanto che oltre il 65% della raccolta è frutto del gioco a distanza. Quindi, si potrebbe pensare che gli italiani non siano più interessati a visitare le sale fisiche presenti sul territorio. Ovviamente, il discorso è applicabile alle salette di quartiere, come quelle che ospitano agenzie di scommesse e pochi giochi come slot VLT e AWP. Ma non è del tutto applicabile ai grandi casinò del nord, che mantengono intatto il loro appeal e il loro fascino, tanto da attirare giocatori provenienti non solo dalle zone limitrofe ad essi, ma anche da tutto il centro e il sud Italia, nonostante grandi viaggi da fare, e dal resto d’Europa. Personalità ma anche cittadini comuni, che spesso si recano in questi edifici per fini che con il gioco non c’entrano molto. Magari per serate a tema organizzate o per provare l’ebbrezza di una giornata passata in mezzo ad attori, cantanti, calciatori e imprenditori, o, ancora, per assaggiare le cucine di alto livello che sono lì presenti. Inoltre, queste sale nascondono al proprio interno saloni di un certo tenore artistico, con affreschi e cimeli da vedere almeno una volta nella vita. Addirittura il Ca’ Vendramin Calergi è accolto all’interno di un Palazzo Rinascimentale ancora intatto e solo puntellato qua e là, ma con un patrimonio artistico interno che risale al periodo compreso tra il Cinquecento e il Seicento, dal valore inestimabile. Infine, il contatto con i croupier e con gli altri giocatori è certamente preferibile per vivere un’esperienza di gioco autentica, di quelle che si respirerebbero solamente a Las Vegas altrimenti. I numeri fatti registrare da alcune di queste sale, poi, confermano quanto detto finora. Basti pensare che nell’anno del rilancio, il Casinò Campione d’Italia ha fatto registrare il record assoluto di presenze e di incassi, per un totale di oltre 40 milioni di euro. Bene anche Saint Vincent che ha chiuso l’anno passato con un utile in crescita, oltre 8 milioni di euro, e incassi da quasi 65 milioni di euro. Quindi, la risposta alla domanda inclusa nel titolo può essere solamente una: sì, le sale fisiche sono ancora in voga e non perdono mai il loro fascino, nonostante l’avvento del comparto online.