Scontro all’Università per la conferenza su Palestina e Israele
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Scontro all’Università per la conferenza su Palestina e Israele

L'associazione studentesca Cravos contro il Rettore, Roberto Di Pietra, per lo stop ad un incotro, inserito all’interno del bando pubblico d'ateneo “Infondoècultura'', sulla questione israelo-palestinese previsto per il prossimo 7 ottobre.

Scontro all’Università per la conferenza su Palestina e Israele
In foto: alcuni rappresentanti dell'associazione studentesca Cravos in protesta al rettorato.
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25 Settembre 2024 - 00.11 Culture


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di Marialaura Baldino

Una conferenza sta dividendo la comunità dell’Università di Siena: nella giornata di lunedì 7 ottobre, l’associazione studentesca Cravos aveva previsto una rilevante conferenza sulla questione israelo-palestinese, alla quale avrebbero dovuto prendere parte, come relatori, Ilan Pappé, storico israeliano, Francesca Albanese, relatrice speciale Onu per il territorio palestinese occupato, Karem Rohana, attivista italo palestinese e Giuseppe Flavio Pagano, divulgatore di geopolitica.

Tale conferenza era inserita nei progetti del bando pubblico d’Ateneo “Infondoècultura”, e aveva ottenuto, mesi precedenti, l’approvazione da parte del Magnifico rettore, Roberto Di Pietra.  

L’approvazione, però, sarebbe stata revocata a seguito di un’interrogazione del senato accademico durante la seduta del 17 settembre, quando tre docenti – Gerardo Nicolosi, Mario Perini e Cristina Capineri, rispettivamente direttori dei dipartimenti di Scienze Politiche, Giurisprudenza e Scienze Sociali, Politiche e Cognitive – hanno sollevato delle perplessità riguardo la conferenza e la data scelta dall’associazione per tenere l’incontro.

Il 7 ottobre, di fatti, è il giorno in cui, lo scorso anno, Hamas ha sferrato un attacco terroristico a Israele, ma è anche il giorno durante il quale, ormai 51 anni fa, ebbe inizio la guerra del Kippur.

‘’La revoca è stata comunicata senza preavviso né possibilità di appello’’, hanno dichiarato i rappresentanti dell’associazione, che hanno rimarcato l’importanza di rimanere fedeli al programma originale denunciando questo atto come una censura.

Nella mattinata di ieri, martedì 24 settembre, il Rettore Di Pietra ha mandato una e-mail a tutta la comunità accademica, affermando: “Il Senato Accademico nella seduta del 17 settembre 2024 ha discusso a lungo sull’iniziativa dell’Associazione Studentesca Cravos, non mettendo mai in discussione il valore della conferenza sulla questione israelo-palestinese da loro proposta ed il valore di alcuni tra i relatori invitati. Semmai ha posto principalmente la sua attenzione sulla questione della scelta deliberata di svolgerla proprio nella data del 7 ottobre 2024. Questa strumentalizzazione è esattamente quello che sta accadendo per volontà dell’Associazione Studentesca Cravos che sta inscenando ora e suppongo nei prossimi giorni esattamente quello che aveva in mente indicando la data del 7 ottobre 2024″.

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“Nelle scorse ore ho scritto ai due relatori che mi hanno inviato una loro lettera con la loro opinione rispettabilissima –continua -. Auspichiamo la loro presenza alla conferenza in una data diversa da quella inizialmente definita, affinché possa prevalere il senso del loro contributo e non quello della strumentalizzazione come purtroppo sta accadendo in queste ore. Quanto detto in termini di censura e divieto non corrisponde alla richiesta di spostare ad altra data e, soprattutto, alla posizione più volte espressa dall’Ateneo. Temo, anzi ne sono sicuro, che anche queste righe di precisazione saranno oggetto di ulteriori mistificazioni e polemiche alle quali non intendo dare seguito se non nelle sedi ufficiali”.

Albanese e Pappè, due tra i relatori invitati, hanno indirizzato una lettera aperta al Rettore, che riporta: “La nostra partecipazione a questa conferenza intende offrire chiarimenti su aspetti storici e legali. Crediamo che questo incontro rappresenti un momento essenziale di riflessione collettiva, volto a sottolineare l’importanza di riconoscere l’umanità condivisa tra i due popoli come fondamento per immaginare un futuro diverso”. Chiedendo di riconsiderare la decisione presa, continuano: “Crediamo profondamente che le università debbano rimanere luoghi aperti al dialogo rispettoso e alle discussioni complesse. Quando non adempiono a questo ruolo, l’integrità della libertà accademica è minacciata. L’attuale situazione in Israele e Palestina non porta né pace né sicurezza a nessuna delle due parti; non possiamo più permetterci né silenzio né eccessi di zelo”.

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Nel pomeriggio, il rettore Di Pietra ha però dichiarato di non aver annullato l’evento ma solo di volerne cambiare la data, poiché ritenuta non opportuna ad un anno dall’attacco, vedendola come rischiosa dal punto di vista della ‘’strumentalizzazione politica e mediatica’’. In una nota stampa ha inoltre dichiarato: “L’università di Siena ha già e in più occasioni manifestato le sue prese di posizione a favore della pace, del cessate il fuoco, della vicinanza alle popolazioni civili colpite, dell’esigenza di arrivare al riconoscimento dello Stato Palestinese”. “[…] Molte espressioni utilizzate nel comunicato stampa diffuso dall’associazione Cravos sono un modo eccessivo e distorto per interpretare la realtà ed a quelle non intendo fare riferimento”.

Di diverso avviso è il professore Pierluigi Pellini, direttore del dipartimento di Filologia e critica delle letterature antiche e moderne (DFCLAM). Il docente ha, infatti, indirizzato una e-mail agli studenti, esprimendo una posizione difforme rispetto al Rettore e al Senato accademico. Ha scritto: “Il 7 ottobre è giornata di lutto, perciò, credo che la parte finale del programma proposto da Cravos, che prevede l’esibizione di ballerini in danze tipiche palestinesi, sia assolutamente inopportuna. Anche in un giorno di lutto, tuttavia, è legittimo e anzi opportuno svolgere riflessioni storiche, culturali e politiche – anche da un punto di vista schierato e militante. Negli ambienti universitari, le conferenze di alto livello culturale e i dibattiti liberi devono essere sempre e in ogni caso benvenuti’’.

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“Alcuni dei relatori proposti da Cravos sono indiscutibilmente di alto profilo – prosegue la mail -, del tutto adeguati a un dibattito universitario. Ritengo perciò che impedire la manifestazione, o anche imporre uno spostamento di data, si configurerebbe oggettivamente come una forma di censura, peraltro in linea con le politiche illiberali del Governo nazionale. Al tempo stesso, chiedo che siano convocati i rappresentanti di Cravos e insieme a loro si stabiliscano regole precise: niente bandiere, niente striscioni, niente slogan, niente urla; solo ed esclusivamente un dibattito di idee composto, civile e rispettoso di tutte le vite umane, senza distinzione di parte”.

Non è mancata la contro-risposta dei rappresentanti dell’associazione i quali hanno pubblicato un video, tramite i loro canali social (clicca qui per vederlo) dove si propongono di spiegare ”più nel dettaglio quello che sta succedendo riguardo la conferenza contestata dal Rettore e dal Senato accademico”.

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