Intervistato dall’emittente romana Radio Manà Manà Sport, Luciano Moggi ha duramente attaccato Alessandro Del Piero: “Qualche giorno fa ho letto su un giornale una dichiarazione di Del Piero che non è stata smentita. Nella dichiarazione Del Piero diceva che ‘vanno rispettate le sentenze sportive e che gli scudetti sono 28’. A Del Piero consiglio di ripassarsi bene l’evoluzione del processo perché nessuna sentenza ha detto che gli scudetti sarebbero dovuti andare all’Inter ma è stata un’iniziativa di Guido Rossi, ex commissario della Federazione”.
Ancora: “Sono rimasto perplesso, visto che Del Piero usufruì di tutti i bonus dei vecchi scudetti. Ripeto, non ho sentito smentite su questo. Capisco l’acredine di una persona che dopo 19 anni lascia la Juve, ma è pur vero che bisognerebbe andarci piano con le dichiarazioni”.
Non pago, durante la trasmissione ‘Ieri, Moggi e domani’, l’ex direttore generale della Juve, radiato dalla Federcalcio, ha soggiunto: “Quando siamo arrivati noi Del Piero era stato ceduto in comproprietà al Parma e volai negli Stati Uniti per convincere Dino Baggio di prendere il suo posto nella trattativa. E’ da lì che iniziata la storia di Del Piero alla Juve.
Dopo l’infortunio la Juventus ha aspettato Del Piero per due anni dopo il suo infortunio a Udine e mentre recuperava, lui prendeva lo stesso stipendio di sempre. Lui non ha regalato nulla alla Juventus e non dovrebbe dire che bisogna rispettare le sentenze sportive. Del Piero dice che ha dato anche di più? Ci sono anche dei momenti in cui non ha dato niente”.
Con rispetto parlando per Lucianone, stavolta ha sbroccato e ha sbroccato alla grande.
Primo: tacciare Del Piero d’ingratitudine dopo 19 anni di Juve, calcisticamente è come bestemmiare in chiesa. Un peccato mortale.
Secondo: rinfacciare a Del Piero di avere percepito i premi scudetto anche per i titoli revocati dalla Figc significa, secondo Moggi, che allora avevano ragione i tribunali della Federcalcio, poichè l’ex capitano bianconero ha affermato che gli scudetti vinti sono 28, anche se nel cuore ogni juventino ne conta trenta?
Terzo: se nel ’94, quando arrivò Moggi, Del Piero era stato ceduto al Parma e all’allora neodirettore generale toccò volare negli Usa per convincere Dino Baggio a trasferirsi in Emilia, vuol dire che mai viaggio fu più provvidenziale di quello. Che cosa c’entra Del Piero?
Quarto: il merito di avere aspettato Del Piero per due stagioni, dopo l’infortunio che aveva minacciato di stroncarne la carriera e di averne favorito il graduale recupero agonistico è storicamente ascrivibile a Carlo Ancelotti, scaricato dalla Juve di Moggi pur avendo totalzizato 144 punti in due stagioni e avendo incolpevolmente perso lo scudetto nella piscina di Perugia, dove Collina tenne a mollo le due squadre. O no?
Quinto: sorvolando sull”ineleganza del fatto che Del Piero avesse percepito regolarmente lo stipendio anche durante i lunghi mesi post-infortunio, come prevedeva il suo contratto, affermare che, “in alcuni momenti” Del Piero non ha dato niente alla Juve signifca commettere un altro peccato mortale. Per mondare il quale, forse non basta l’indulgenza plenaria bianconera.
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