Calcio e memoria: Klose visita Auschwitz
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Calcio e memoria: Klose visita Auschwitz

La delegazione dei è stato commentato da uno dei deportati, Irving Roth, rinchiuso a 14 anni nel campo di concentramento e riuscito a sopravvivere.

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31 Maggio 2012 - 14.30


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E’ la giornata di Germania-Israele, amichevole che però, per i tedeschi di Loew, è l’antipasto per una giornata ben più importante. Quella di domani. E’ stata infatti confermata la visita di una delegazione al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, dove, tra il 1940 e il 1945, morirono fra camere a ges, gelo, fame, malattie, test medici e lavoro forzato circa 1,5 milioni di persone, in maggioranza ebrei, molti di origine polacca.

La delegazione sarà composta dal presidente della DFB, Wolfgang Niersbach, da Reinhard Reuball capo FL, dal manager della Nazionale Oliver Bierhoff, dall’allenatore Joachim Loew, dal capitano Philippe Lahm e da due calciatori di origine polacca Miroslav Klose e Lukas Podolski.

L’arrivo dei calciatori è stato commentato da uno dei deportati di quel terribile periodo, Irving Roth, rinchiuso a 14 anni in quel terribile posto, ma riuscito a sopravvivere fino alla liberazione: “Penso che tutti dovrebbero venire qui. Qui ci sono i simboli del bene e del male, e si può riflettere per fare in modo che certe cose non capitino più. Auschwitz era una macchina per uccidere, e gli atleti visiteranno questo posto”.

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Bernhard Storch è un altro sopravvissuto, che però, nel campo di concentramento, ha perso tutta la famiglia: “Tutti i calciatori, di tutte le squadre, dovrebbero vedere quel posto. Se non vedi, non impari. Da questo punto di vista nessuno potrà accusare i calciatori tedeschi per un po’”.

Applaude anche la Nazionale dell’Israele, che questa sera giocherà contro la Germania: “E’ un segnale forte, verso tutti coloro che ancora portano il razzismo negli stadi”.

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