Sono tanti i personaggi, da Umberto Eco a Enzo Jannacci, fino a Teo Teocoli che hanno voluto lasciare una tessera del puzzle per il ritratto di Beppe Viola, giornalista sportivo della Rai, morto trent’anni fa. Uno speciale che gli dedica Rai3, in onda il 12 novembre alle 22,40 intitolato Quelli che… Beppe Viola. Più che una celebrazione una virata nella storia del calcio e del giornalismo di quegli anni, ma anche di Milano.
«Eravamo grandi amici – ha ricordato Teo Teocoli durante la presentazione nella sede Rai di Corso Sempione – Ci univa anche la passione per i cavalli ma perdevamo tutte le scommesse». Tra le molte testimonianze, quella di Enzo Jannacci, che per Viola ha rotto un lungo silenzio in tv. «Era una persona di cui potersi fidare – ha detto nell’intervista per lo speciale – è stato bello crescere insieme e se lo incontrassi oggi gli direi di non scommettere ai cavalli, che non si vince mai». «Se lo incontrassi io non direi nulla – ha aggiunto Teocoli – Gli amici veri quando si rivedono non hanno nulla di particolare da dirsi, non si salutano nemmeno».
Il documentario è stato curato da Paolo Aleotti e Paolo Maggioni e affidato a Paolo Maggioni. Tra i filmati riproposti l’intervista su un tram di Viola a Rivera. «Una volta gli chiesi se non gli dispiaceva non essere diventato almeno caporedattore – ha raccontato il direttore di Rai3 Antonio Di Bella- Disse che era come chiedere a uno che gioca a calcio se fosse felice di aprire un negozio di palloni». «Vero,Beppe era anche il dipendente Rai che aveva militato più anni senza fare carriera – ha ricordato Bruno Pizzul – L’unica volta che lo vidi in imbarazzo fu quando lo nominarono caposervizio, incontrandomi mi disse: “Bruno, l’ho fatto solo per soldi…”».