Venti anni fa moriva Mantovani, portò la Samp nella storia
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Venti anni fa moriva Mantovani, portò la Samp nella storia

Il 14 ottobre 1993 l'addio a Paolo Mantovani, storico presidente della Sampdoria, la cui figura è stata ricordata domenica nel Palazzo Ducale di Genova.

Venti anni fa moriva Mantovani, portò la Samp nella storia
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14 Ottobre 2013 - 11.06


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Per ricordare chi fosse, che cosa abbia significato per il club blucerchiato e per il calcio italiano, basta consultare Wikipedia: petroliere, finanziere, dipendente dell’imprenditore Cameli, si trasferì a Genova nel ’55.
Dal ’74 ha intrapreso l’attività di imprenditore nel ramo petrolifero. Mantovani ha acquistato la Samp alla fine degli Anni Settanta. Dopo averla riportata in serie A, in ordine cronologico ha vinto: tre Coppe Italia (’85, ’88, ’89; la quarta, nel ’94, arrivò dopo la sua scomparsa, ma fu vinta dalla squadra da lui costruita), una Coppa delle Coppe nel ’90, lo scudetto e una Supercoppa italiana nel ’91; ha disputato un’altra finale di Coppa delle Coppe ’89, altre due finali di Coppa Italia nell’86 e nel ’91, un’altra finale di Supercoppa Europea; altre tre finali di Supercopa italiana e la finale di Coppa dei Campioni ’92, vinta dal Barcellona a Wembley. Fra i giocatori più importanti che Mantovani ha ingaggiato, avvalendosi della bravura del direttore sportivo Paolo Borea, ci sono Mancini, Vialli, Mannini, Vierchowod, Fari, Mannini, Lombardo, Luca Pellegrini, Pagliuca, Vierchowod, Souness, Francis, Katanec, Mikhailichenko, Jugovic. Vujdin Boskov, oggi ottantaduenne, ha legato indissolubilmente il suo nome all’età dell’oro blucerchiato (1986-1992).

Sulla figura di Mantovani e sull’attuale momento della Samp, ilpubblicista.it ha intervistato Xavier Jacobelli, direttore editoriale di calciomercato.com. Ecco il testo integrale dell’intrvista a firma di Valentina Cristiani.

[url”Il Pubblicista”]www.ilpubblicista.it[/url] ha intervistato, in esclusiva, una delle più prestigiose firme del giornalismo nazionale, Xavier Jacobelli, direttore editoriale del sito Calciomercato.com, on line dal 1996, nonché primo sito italiano di calciomercato. Praticante a vent’anni e giornalista professionista a ventidue, fra i primi dieci più giovani professionisti italiani della sessione d’esame 1981/82, Xavier è stato direttore di Tuttosport, Corriere dello Sport-Stadio, Il Giorno, QS Quotidiano Sportivo, Quotidiano.net.

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Direttore, approfittiamo della pausa di campionato per la Nazionale per fare il punto sulla “situazione blucerchiata”. I numeri parlano da soli, dopo sette giornate 3 punti in classifica, frutto di 3 pareggi e 4 sconfitte con 6 reti all’attivo (peggio del Doria hanno fatto solo Sassuolo, Chievo e Catania tutte a quota 5) e 13 subite (peggio dei blucerchiati solo il Bologna con 20 ed il Sassuolo 21). L’inizio peggiore della storia doriana dopo un mese e mezzo di campionato…

Non mi aspettavo una falsa partenza di queste dimensioni. Credo che la squadra abbia psicologicamente sottovalutato l’approccio con un torneo che si annuncia molto equilibrato, soprattutto nella zona salvezza. Preoccupa la perforabilità della difesa: 13 gol subiti in 7 partite sono troppi.

Balza subito all’occhio la problematica-segnatura. A Marassi, infatti, ci sono voluti ben 319 minuti per assistere alla prima rete blucerchiata (sinistro chirurgico di Sansone, ndr). E’ stato sbagliato qualcosa in chiave mercato? Pesano più del previsto le assenze di Poli e Icardi al fine delle manovre e delle reti blucerchiate?

Queste due domande sono collegate l’una all’altra. Pesa la mancanza di una prima punta degna di questo nome. Non lo sono né Gabbiadini, né Sansone, né Pozzi. Le cessioni di Icardi e Poli sono state pesanti. Per ora, le alternative sono state insufficienti.

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Come giudica il 3-4-2-1 attuato da Delio Rossi nell’ultima partita contro il Torino? E, supponendo uno scambio di ruoli, al posto del mister che modulo riterrebbe più consono e quale 11 blucerchiato schiererebbe?

Sono l’ultima persona che possa permettersi di dare consigli a Delio Rossi, a mio avviso la garanzia che la Samp si risolleverà. Il tecnico sta facendo di necessità virtù, considerato l’organico a disposizione. Bisogna avere fiducia in lui.

A suo avviso Delio Rossi è a rischio panchina o pensa troverà la medicina giusta per curare i mali della sua squadra?

Delio Rossi merita fiducia.

Gervasoni nel mirino per l’arbitraggio di Samp-Torino: tra gli altri episodi, annulla un gol valido ai doriani (Pozzi) e, nel finale, concede loro un rigore inesistente. Sarebbe giusto sospenderlo per qualche turno dopo questo arbitraggio?

Se nella casta arbitrale italiana vigesse un criterio meritocratico, dovrebbe arbitrare di più chi sbaglia di meno. Naturalmente, succede il contrario. La direzione di Gervasoni è stata un disastro, anche per il Toro. Dovrebbero fermarlo per almeno tre mesi.

Lei è favorevole alla figura del mental coach per giocatori e mister?

Sono favorevole a qualunque innovazione possa apportare benefici effetti alla squadra. Ma i primi psicologi della Samp devono essere i suoi giocatori. Devono trovare dentro se stessi la forza per rialzare la testa.

La sosta per la Nazionale farà bene alla squadra o è dannosa?

Considerata l’aria che tira, la sosta non può che far bene alla Samp.



Il difensore Lorenzo De Silvestri cosa può portare alla Nazionale di Prandelli?


Ogni convocazione in Nazionale lusinga gli interessati e li carica. De Silvestri è riuscito a rientrare nel Gruppo Prandelli nonostante il momento no della Samp e credo farà di tutto per rimanervi. La Samp ne guadagnerà senz’altro.

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Il 13 ottobre, presso il Palazzo Ducale di Genova si è tenuto il Paolo Mantovani-Memorial Day, in onore dell’indimenticato e amatissimo ex presidente blucerchiato. Lei ha un suo personale ricordo con colui che, prima di essere stato un grande dirigente, era un grande uomo. Un “signore” che incarnava quei valori che, nel calcio attuale, si stanno un po’ perdendo…

Ho avuto la fortuna di conoscere Paolo Mantovani quando facevo l’inviato del Corriere dello Sport-Stadio, al tempo dell’epopea blucerchiata a cavallo tra la fine degli Anni Ottanta e l’inizio degli Anni Novanta. E’ stato uno dei migliori presidenti che il calcio italiano abbia mai avuto. Sono trascorsi vent’anni dalla sua scomparsa e il tempo acuisce la nostalgia per ciò che Mantovani è stato, per ciò che ha vinto, per il modo in cui ha vinto. Mantovani è stato un uomo vero, oggi, in questo calcio ci sono troppi quaquaraquà.

Dulcis in fundo, cosa manca a questa Samp per fare il salto di qualità? A gennaio come dovrà muoversi sul mercato?

E’ troppo presto per dirlo. Ora la Samp deve pensare soltanto a giocare una partita alla volta sino a Natale. Poi, a tempo debito, si vedrà.

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