Su consiglio dei medici Alonso ha rinunciato al GP d’Australia del 15 marzo per precauzione, valutando i rischi che un secondo incidente, a distanza ravvicinata dal primo, avrebbe potuto comportare. In realtà, se davvero è stato un malore personale la causa di tutto, sono molti di più gli interrogativi che potrebbero riguardare la salute e il futuro agonistico di Alonso. Specie se si fosse trattato di un attacco ischemico temporaneo (Tia). Solo i dottori dell’ospedale di Barcellona che lo hanno soccorso e quelli della commissione medica Fia conoscono la verità. Lo spagnolo, che veniva da due settimane di allenamenti durissimi in altura, in seguito al trauma cranico ha accusato una perdita di memoria retrograda, tanto da non riconoscere né il manager Luis Garcia Abad né il preparatore Fabrizio Borra. Sembra addirittura che Fernando credesse di aver subìto un incidente sui kart a 15 anni.
“Non ho la certezza che Alonso fosse cosciente prima dell’incidente”. Ron Dennis, nel dire e non dire, aveva messo sulla buona strada. Ci sono sempre più indizi che Fernando abbia perso conoscenza prima dell’impatto contro il muro alla curva 3 del circuito di Montmelò, durante i test del 22 febbraio. La conferma potrebbe venire dalle immagini delle telecamere a circuito chiuso, una delle quali è piazzata proprio sul lato interno della pista nel punto in cui andò a sbattere la McLaren dello spagnolo.
Vettel, sul momento parlò di incidente strano, la dinamica sarebbe chiarissima e inequivocabile, mostrando la McLaren di Alonso che imposta la lunga curva a destra e poi invece di mantenere la propria velocità, allargando all’esterno verso il cordolo, rallenta improvvisamente e da centro strada si sposta verso destra, in direzione del muretto, senza alcuna reazione del pilota, come se la MP4-30 fosse abbandonata a se stessa e non più governata. Perciò sono da escludere la perdita di aderenza sull’erba sintetica o il vento come cause dell’incidente.
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