Non capita tutti i giorni che un calciatore prenda una posizione così netta, ma quando si parla di razzismo non si può rimanere muti, soprattutto chi ne è vittima.
Si riaccende la polemica in Inghilterra nata dagli insulti razzisti sui social media contro i calciatori Marcus Rashford, Jadon Sancho e Bukayo Saka, ‘colpevoli’ di aver sbagliato i rigori decisivi nella finale contro l’Italia. A rilanciarla sono state le critiche rivolte dal nazionale inglese Tyrone Mings alla ministra degli Interni Priti Patel, che ha condannato gli insulti razzisti, ma in precedenza aveva definito “un gesto politico” l’atto di inginocchiarsi in campo.
Mings ha accusato Patel di aver “attizzato il fuoco” per non aver criticato i tifosi che hanno fischiato la squadra quando si inginocchiava in segno di protesta contro l’ingiustizia razziale.
“Non puoi attizzare il fuoco all’inizio del torneo etichettando il nostro messaggio antirazzista come ‘gesto politico’ e poi fingere di essere disgustata quando accade proprio quello contro cui stiamo facendo una campagna”, ha dichiarato il difensore dell’Aston Villa.
Patel ha definito su Twitter “vili” gli insulti razzisti contro i tre calciatori di colore aggiungendo che “non c’è posto nel nostro Paese e sostengo la polizia nel trovare i responsabili”.
Mentre a proposito dei giocatori che si inginocchiavano aveva affermato che “semplicemente non sostengo le persone che partecipano a questo tipo di gesti politici”, sottolineando che fosse “una loro scelta” quella dei tifosi dell’Inghilterra che fischiavano la nazionale.