Quando sembrava tutto fatto per il rinnovo di Leo Messi che avrebbe dovuto legarsi al Barcellona fino a fine carriera, ecco che arriva il fulmine a ciel sereno che stravolge gli equilibri del calcio europeo. A causa dell’enorme esposizione debitoria del club catalano, le strade della Pulce e dei bluagrana si separano, con l’argentino che è destinato al Paris Saint-Germain.
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Il Fair Play Finanziario: un problema per molti, ma non per tutti
A determinare il mancato rinnovo di Leo Messi con il Barcellona sono stati due fattori fondamentali: la scelta de La Liga di limitare l’esposizione debitoria delle squadre spagnole e i parametri imposti dal Fair Play Finanziario voluto qualche anno fa dalla UEFA e che in questi anni ha letteralmente stravolto gli equilibri all’interno del calcio europeo. Il FFP è una misura nobile, volta a tutelare la competitività dei campionati europei al fine di rendere sostenibile tutto il movimento. Uno strumento che in teoria avrebbe dovuto favorire l’equilibrio, però, ben presto si è rivelato controproducente e ciò in quanto soprattutto nel particolare periodo che stiamo vivendo le società che riescono a coprire le uscite con sponsorizzazioni spesso dubbie sono messe in condizione di spendere centinaia di milioni di euro a ogni sessione di mercato, mentre chi non può permettersi delle proprietà miliardarie è destinato a svendere il proprio pacchetto giocatori. È successo al Milan in passato, sta accadendo ora con Inter, Real Madrid e Barcellona nonostante tutte e tre secondo le scommesse online siano tra le favorite per la vittoria della prossima edizione della Champions League.
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Manchester City e PSG continuano a spendere cifre folli
In un settore in continua perdita e flessione economica, ci sono due società che continuano a spendere e che stanno mettendo in piedi un vero e proprio dream team. Stiamo parlando di Manchester City e Paris Saint-Germain che, grazie al supporto dei rispettivi fondi, negli ultimi anni hanno investito sul mercato svariati miliardi di euro tra costi di cartellini e di ingaggi. Per loro il Fair Play Finanziario sembra non valere e, anche quando sono state scoperte per aver aggirato i paletti imposti dalla UEFA, le sanzioni sono state talmente blande da sembrare quasi ridicole. Solo nell’ultima sessione di mercato, il PSG, nonostante l’anno passato abbia clamorosamente fallito la vittoria della Ligue 1 e della Champions League, si è permesso il lusso di acquistare Donnarumma, Sergio Ramos, Hakimi e Wijnaldum, per una spesa aggiuntiva netta in ingaggi che supera gli 80 milioni di euro anni. Il Manchester City, dal canto suo, si è già assicurato le prestazioni sportive del talento inglese Jack Grealish pagato 110 milioni di euro all’Aston Villa ed è a un passo dall’acquisto di Harry Kane per la cifra monstre di 170 milioni di euro.
Si tratta, come di semplice percezione, di cifre assolutamente fuori mercato se rapportare a quelle che possono permettersi i principali club europei e che rischiano di mettere ulteriormente in ginocchio un settore che non se la passa benissimo. In confronto a quello cui stiamo assistendo in queste settimane, la Superlega tanto criticata e tanto osteggiata dai vertici UEFA, non sembra poi essere così male.