Koulibaly: "Al Franchi mi hanno chiamato scimmia di m...". E arrivano le scuse del sindaco di Firenze
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Koulibaly: "Al Franchi mi hanno chiamato scimmia di m...". E arrivano le scuse del sindaco di Firenze

Il calciatore torna sull'episodio di razzismo durante Fiorentina-Napoli, al quale aveva gia' reagito nell'immediato, dal campo.

Kalidou Koulibaly contro alcuni tifosi della Fiorentina che lo hanno insultato in modo razzista
Kalidou Koulibaly contro alcuni tifosi della Fiorentina che lo hanno insultato in modo razzista
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4 Ottobre 2021 - 12.13


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Il difensorone del Napoli non è rimasto ad ascoltare come se nulla fosse gli insulti di alcuni tifosi viola, daltronde come è abituato a fare dentro al campo.
A fine partita Kalidou Koulibaly si è avvicinato alla curva dello stadio Franchi in cui c’erano i tifosi della Fiorentina ed ha puntato il dito verso chi lo aveva insultato per tutti i 90′.
“Scimmia di merda. Mi hanno chiamato così”, ha detto il difensore partenopeo e poi ha condannato in modo netto l’episodio:  “Questi soggetti – scrive il difensore del Napoli su Instagram – non c’entrano con lo sport. Vanno identificati e tenuti fuori dagli stadi: per sempre”.
Le scuse di Nardella 
“Victor, Andre’-Frank, Kalidou: a nome di #Firenze vi chiedo scusa. Chi ieri ha offeso i calciatori del @sscnapoli allo stadio non rappresenta la citta’ e non rappresenta la @acffiorentina che ha subito preso le distanze. Negli stadi non c’e’ posto per l’ignoranza e la stupidita’”. 
Lo ha scritto su Twitter il sindaco di Firenze Dario Nardella. “Il razzismo non vive a Firenze”, ha scritto ancora il primo cittadino.
Il calcio segue i valori dell’uguaglianza e del rispetto reciproco, valori che poco hanno a che fare con questo tipo di atteggiamenti – ha aggiunto Calcagno – Purtroppo non e’ la prima volta che succede nei nostri stadi e probabilmente non sara’ l’ultima, ma noi abbiamo il compito di non sottovalutare questi comportamenti e continuare a contrastarli con tutta la nostra forza”.
“Ci vuole un impegno comune delle istituzioni sportive e di quelle politiche per reprimere – conclude il presidente dell’Aic – ma anche per educare con progetti che partano dalle scuole. Insieme a tutti i calciatori e le calciatrici associati e associate siamo pronti a fare la nostra parte per dire basta al razzismo”.

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