Juventus nell’occhio del ciclone: ora la Procura di Torino ha emesso un nuovo decreto di perquisizione nell’ambito dell’inchiesta Prisma riguardante i bilanci del Club bianconero. L’obiettivo è quello di trovare la documentazione relativa ai “valori economici” della cessione di Ronaldo al Manchester United.
Nelle intercettazioni al vaglio degli inquirenti – va ricordato – c’è la frase sulla “famosa carta che non deve esistere teoricamente” che presto potrebbe portare alla convocazione dello stesso giocatore e del suo procuratore Jorge Mendes.
A rendere noto il nuovo sviluppo dell’inchiesta è stato il club bianconero i cui legali hanno però precisato che la nuova disposizione della Procura “non modifica le ipotesi investigative del precedente provvedimento notificato venerdì scorso, ma specifica la presunta esistenza di documentazione della quale, al momento, non risulta il rinvenimento”.
Nella serata di ieri, con il comunicato stampa relativo al supplemento al prospetto di aumento di capitale, la Juve ha inoltre precisato che l’inchiesta in questione potrebbe mettere a rischio l’aumento di capitale appena varato e “la capacità del Gruppo di mantenere il presupposto della continuità aziendale”
Il nuovo decreto, notificato ieri nella giornata di ieri, riguarda – recita il comunicato – “la Juventus e alcuni suoi esponenti attuali (Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Stefano Cerrato e Cesare Gabasio) e passati in merito ai fatti e alle ipotesi di reato di cui al comunicato stampa diffuso in data 27 novembre 2021 oltreché in merito alla voce ‘Cessioni definitive’ del bilancio al 30 giugno 2021 in relazione ai valori economici della cessione del calciatore Dos Santos Aveiro Cristiano Ronaldo.
Come già reso noto, Juventus sta collaborando con gli inquirenti e con la Consob e confida di chiarire ogni aspetto di interesse degli stessi, ritenendo di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie, in conformità ai principi contabili e in linea con la prassi internazionale della football industry e le condizioni di mercato”.
La precisazione dei legali della Juventus
I legali della Juventus hanno precisato che il nuovo decreto di perquisizione “non modifica le ipotesi investigative del precedente provvedimento notificato venerdì scorso, ma specifica la presunta esistenza di documentazione della quale, al momento, non risulta il rinvenimento”.
Il comunicato della Juventus
“In data 26 novembre 2021 – si legge nel documento del club – è stato notificato alla Società, tramite gli Ufficiali di P.G. della Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria Torino, un decreto di perquisizione e sequestro e in tale data l’Emittente ha avuto notizia dell’esistenza di un’indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, nei confronti della Società stessa nonché di alcuni suoi esponenti attuali (Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Stefano Cerrato) e passati, in merito alla voce “Proventi da gestione diritti calciatori” iscritta nei bilanci al 30 giugno 2019, 2020 e 2021 per i reati di cui all’art. 2622 cod. civ. (False comunicazioni sociali delle società quotate) e all’art. 8 del D.Lgs. n. 74/2000 (Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) e, per quanto attiene alla Società, per l’illecito previsto dagli artt. 5 (Responsabilità dell’ente) e 25-ter (Reati societari) del D.Lgs. n. 231/2001.
Nonostante la Società abbia adottato un modello di organizzazione, gestione e controllo ai sensi del D.Lgs. n. 231/2001 la Società è esposta al rischio di incorrere nelle sanzioni derivanti dall’inosservanza del D.Lgs. n. 231/2001. Qualora nei confronti degli esponenti aziendali dell’Emittente dovessero essere comminate sanzioni e/o condanne i requisiti previsti dalla normativa vigente per il mantenimento delle cariche e/o degli incarichi potrebbero venire meno e la reputazione dell’Emittente ne risentirebbe significativamente.
Dalle suddette evenienze potrebbero derivare impatti negativi, anche significativi, sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’Emittente e del Gruppo. L’Emittente ritiene che il decreto di perquisizione e sequestro e la notizia dell’esistenza di un’indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino non configurino alla Data del Supplemento un mutamento negativo rilevante (c.d. “material adverse change”) il cui verificarsi – a termini del Contratto di Underwriting stipulato in data 22 novembre 2021 – consente ai Garanti di recedere dagli impegni di garanzia in relazione all’Aumento di Capitale, ciò tenuto conto dello stadio iniziale delle indagini aventi ad oggetto le ipotesi di reato, ancora in fase investigativa da parte degli organi inquirenti.
Tuttavia, alla Data del Supplemento sussiste il rischio che i Garanti ritengano che i suddetti fatti (i.e. decreto di perquisizione e sequestro e indagine da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino) configurino i presupposti per l’esercizio del diritto di recesso dall’impegno di garanzia in relazione all’Aumento di Capitale. Ove l’Aumento di Capitale – ha concluso la società – fosse eseguito solo parzialmente, affluirebbero al Gruppo risorse finanziarie in misura limitata. In tali evenienze, in assenza di ulteriori tempestive misure a sostegno del Piano di sviluppo Aggiornato e confermato [ndr, ossia il Piano di sviluppo della Società per gli esercizi 2019/20 – 2023/24], la capacità del Gruppo di mantenere il presupposto della continuità aziendale nell’arco di Piano verrebbe meno”.