Da campione d’Europa al fallimento, per il Chelsea il passo potrebbe essere breve. La situazione del club londinese, dopo le sanzioni inflitte dal governo britannico agli oligarchi – tra cui Roman Abramovich – è al limite del collasso. Perché sull’esempio di Three, la società di telefonia mobile che ha annunciato la sospensione del suo contratto di sponsorizzazione, adesso anche Nike sembra intenzionata a voler interrompere il suo accordo, del valore di quasi un miliardo di euro per 15 anni, per la fornitura delle divise sportive. Una presa di distanze destinata ad aggravare lo stato delle finanze del club, che – in base alle limitazioni a cui è sottoposto – non può più generare profitti, dopo la chiusura forzata dei suoi negozi di merchandising e il divieto di vendita di biglietti per le future partite.
Soltanto dal botteghino è stato calcolato che il Chelsea perderà nell’immediato potenziali utili per circa 700mila euro a partita, senza trascurare anche i costi indiretti determinati dal congelamento del mercato, in entrata e uscita. Per concludere regolarmente la stagione sportiva la Premier League ha concesso ai Blues una deroga fino al 31 maggio che consentirà loro di continuare a giocare, sia in Inghilterra che in Europa. Già ieri sera la squadra di Thomas Tuchel, campione del mondo e d’Europa in carica, è scesa in campo, imponendosi sul campo del Norwich. Ma se i tifosi, anche dagli spalti di Carrow Road, si sono apertamente schierati al fianco di Abramovich, invocando ripetutamente il suo nome, Tuchel non ha potuto negare che l’attuale situazione sta pesando sulla stagione dei suoi giocatori. «Ma fino a quando ci saranno abbastanza maglie da indossare e un pullman che ci porta in giro, continueremo a giocare e a dare il meglio di noi stessi», ha assicurato il tecnico tedesco.
Ad incombere come una minaccia sui prossimi mesi dei Blues sono piuttosto le implicazioni economiche, dal momento che il monte-ingaggi di tutti i dipendenti (dai giocatori allo staff tecnico, fino a dirigenti e impiegati) si aggira attorno ai 370 milioni di euro annui, e non potendo più generare utili non è chiaro se la società sarà in grado di coprire tutti i costi. Di certo la deroga della Premier non verrà estesa, dunque il destino del Chelsea verrà deciso nei prossimi 81 giorni.