Ciro Immobile condannato per evasione fiscale, una fine ingloriosa per il bomber della Lazio e della Nazionale, proprio come l’Al Capone americano, fermato dalla giustizia non per gli efferati crimini ma per aver evaso il fisco.
Già, peccato che Ciro Immobile non abbia evaso il fisco, neanche lontanamente. Facciamo ordine: questa mattina, alcuni onorevoli quotidiani nazionali hanno pubblicato, a tutta pagina, la notizia che il numero 17 della Lazio fosse stato condannato per evasione fiscale. Una notizia che, come era logico aspettarsi, ha fatto rapidamente il giro del web e delle orecchie di tutti gli appassionati di calcio. L’evasione fiscale, è bene ricordarlo, è un reato penale per il quale si rischia anche la reclusione.
Ma di cosa è accusato l’attaccante nato a Torre del Greco? Dieci anni fa, si parla del 2012, l’affare che lo portò dalla Juventus al Genoa fu condotto da Alessandro Moggi (figlio di Luciano, ndr). L’intermediario, che ufficialmente figurava come consulente del Genoa, secondo i magistrati aveva agito anche come procuratore di Immobile.
Per questo, il calciatore avrebbe dovuto versare l’Irpef relativa alle prestazione di Moggi. I passaggi erano quindi stati tutti fatturati, a mancare era la corretta denominazione del ruolo di Moggi Jr. Respinto il ricorso dello stesso Immobile, il tribunale lo ha quindi condannato a pagare una multa. E quindi, nessuna evasione.
Il post di Immobile
Al duro e ingiustificato attacco al calciatore, com’era logico aspettarsi, ha risposto anche la Lazio stessa.
“Ciro Immobile aveva da mesi risolto tempestivamente le pendenze tributarie – si legge nella nota della società biancoceleste – risalenti a dieci anni fa, riportate oggi da un quotidiano. La Società, che mai ha messo in discussione le qualità umane, prima ancora che sportive, di Ciro Immobile, rinnova il suo affetto e la sua stima per il Capitano”.
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