Sinisa Mihajlovic è stato esonerato dal Bologna. Una fine rapporto piuttosto clamorosa, arrivata dopo le prime 5 giornate di campionato tutt’altro che esaltanti ma non tali da giustificare un allontanamento anticipato del tecnico serbo. Mihajlovic ha voluto salutare Bologna con una lunga e polemica lettera pubblicata sulla Gazzetta dello Sport.
«Non sono mai stato un ipocrita e non lo sarò neanche stavolta – scrive – non capisco questo esonero. Lo accetto, come un professionista deve fare, ma ritenevo la situazione assolutamente sotto controllo e migliorabile. La società non era del mio stesso avviso. Siamo appena alla quinta giornata, faccio fatica a pensare che tutto questo dipenda solo dagli ultimi risultati e non sia una decisione covata da più tempo. Peccato». L’amarezza è tanta: «Fa parte della carriera andare via, prima o poi. I cicli sportivi nascono, si sviluppano e finiscono. Nulla è eterno. Ma stavolta il sapore che mi lascia il mio voltarmi indietro è più triste. Non saluto solo una tifoseria che mi ha appoggiato e voluto bene e appoggiato, ma fratelli e concittadini dopo tre anni e mezzo di calcio, di vita, di lacrime di gioia e di dolori.
Infine i ringraziamenti, dai quali sono stati esclusi Marco Di Vaio e Giovanni Sartori. «Grazie ai tifosi – prosegue – alla società, con qualche mia lecita esclusione. Al presidente Saputo, a Fenucci, Sabatini, Bigon, che mi sono sempre stati vicini, al settore medico, della comunicazione e a tutte le componenti che lavorano quotidianamente per il Bologna con amore e passione». Infine una precisazione sul suo stato di salute: «Non mi sto più curando, sto solo facendo controlli, sempre più saltuari. Nulla mi impedisce di lavorare e andare in panchina. L’unico mio temporaneo impedimento è quello di non poter espormi a troppo ore al sole forte».
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