Elnaz Rekabi, l'atleta iraniana senza velo messa agli arresti domiciliari
Top

Elnaz Rekabi, l'atleta iraniana senza velo messa agli arresti domiciliari

Elnaz Rekabi, 33 anni, aveva fatto una dichiarazione dopo la gara affermando che il foulard le era caduto "inavvertitamente". "Le autorità hanno minacciato di sequestrare i beni della sua famiglia se non avesse rilasciato la dichiarazione".

Elnaz Rekabi, l'atleta iraniana senza velo messa agli arresti domiciliari
Elnaz Rekabi, la scalatrice iraniana
Preroll

globalist Modifica articolo

22 Ottobre 2022 - 11.20


ATF

Una teocrazia liberticida che opprime soprattutto le donne. Elnaz Rekabi, la scalatrice iraniana che aveva gareggiato in Corea del Sud senza indossare il velo, è stata messa agli arresti domiciliari in attesa di formulare una “piena confessione” del suo ‘reato’.

Citando una “fonte informata”, la Bbc Persian ha detto che Rekabi è stata messa sotto pressione per fare una “confessione forzata”, dopo il suo ritorno mercoledì dai Campionati asiatici di arrampicata sportiva a Seul.

Elnaz Rekabi, 33 anni, aveva fatto una dichiarazione dopo la gara affermando che il foulard le era caduto “inavvertitamente”. “Le autorità hanno minacciato di sequestrare i beni della sua famiglia se non avesse rilasciato la dichiarazione”, ha detto la fonte alla Bbc Persian.

Secondo una ricostruzione della Bbc in lingua farsi, la 33enne è stata portata direttamente dall’aeroporto, dove era attesa da una folla di oltre mille persone, all’incontro con il ministro dello Sport Hamid Sajjadi. Qui, all’Accademia nazionale olimpica dove era già scortata dai famigerati uomini della sicurezza iraniana in borghese, è stata scattata la foto di rito con il responsabile del governo da dare in pasto all’opinione pubblica internazionale, come a sancire la fine della vicenda.

Leggi anche:  Cecilia Sala dal carcere in Iran denuncia le condizioni durissime di detenzione e chiede aiuto per essere liberata

Ma alle autorità di Teheran non sarebbe bastato il tentativo della scalatrice di ridimensionare il gesto, affermando che “l’hijab mi è caduto per errore”. La campionessa sarebbe stata minacciata della confisca di oltre 250mila euro di beni appartenenti alla famiglia. Ora, riferiscono ancora le fonti, è “sotto pressione”, evidentemente per scollegare in maniera netta il suo gesto clamoroso ai Campionati asiatici in Corea del Sud, dove ha partecipato alla finale senza l’hijab, dalle proteste che infiammano il Paese.

Il velo è obbligatorio in pubblico dal 1979 nell’Iran degli ayatollah ed è al centro delle manifestazioni represse nel sangue, oltre 240 i morti, dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne curda deceduta dopo essere stata arrestata dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.

Native

Articoli correlati