Continuano le polemiche sul ruolo di Claudio Lotito come presidente della Lazio e senatore della Repubblica, eletto con Forza Italia alle scorse elezioni per la circoscrizione Molise.
In particolare, alcuni sostengono la poco evidente imparzialità di Lotito, riscontrabile attraverso i numerosi emendamenti firmati dal senatore a favore del sistema calcistico italiano.
“Ogni giorno che passa è sempre più evidente il conflitto di interessi del senatore Claudio Lotito che, in preda a una bulimia da emendamenti, ne ha firmati 158! Dopo il tentativo di sostituire la rateizzazione di debiti fiscali con un colpo di spugna a interessi zero per le società di calcio, poi ha provato a regalare altri 2 anni al discusso operatore Dazn, ora torna alla carica sul decreto crescita chiedendo sconti e sgravi fiscali per l’acquisto di stranieri, in spregio alla crescita dei vivai e alla tutela dei giovani calciatori italiani. Chissà cosa ne pensano i suoi alleati di Governo che fanno del sovranismo una bandiera. Queste non sono le riforme di cui ha bisogno il calcio italiano, ma provvedimenti senza alcuna visione di sistema, oltre che regali per qualche Presidente che, incapace di politiche virtuose, chiede aiuti di Stato. Gli sgravi fiscali sugli stranieri dovrebbero essere del tutto cancellati perché fino ad oggi hanno solo impoverito il calcio italiano senza aumentarne la competitività e favorito transazioni estere che più che operazioni di calciomercato somigliano ad operazioni di trading. Confido nel lavoro del Ministro Abodi, che sicuramente sa che non è la «ricetta Lotito» quella utile a riportare il calcio italiano ai vertici mondiali, tanto per risultati che per dignità».
Lo ha dichiarato il deputato democratico Mauro Berruto.
Il riferimento è all’applicazione del regime speciale per «sportivi impatriati» – e dunque anche ai calciatori – da applicare agli ingaggi milionari delle società per i grandi atleti stranieri. La normativa attuale prevede che si possa applicare il regime speciale per i contratti sportivi di atleti stranieri che abbiano almeno 20 anni e un reddito complessivo di 1 milione o 500mila euro (a seconda della disciplina sportiva). Lotito con il suo emendamento propone invece che queste soglie siano riferite al reddito lordo da lavoro sportivo, e non a quello complessivo.