di Niccolò Righi
Sta per chiudersi definitivamente una delle “storie d’amore” più importanti per tutti i tifosi napoletani e non solo, quella tra gli azzurri neo Campioni d’Italia e il tecnico che ha reso possibile tutto ciò Luciano Spalletti.
Già nei giorni scorsi la prima “freccia” era stata scoccata dal Presidente Aurelio De Laurentiis, il quale era stato piuttosto sibillino riguardo l’eventuale addio del tecnico toscano, dichiarando che “nessuno deve mai tarpare le ali a nessuno, come nessuno deve farlo con me”. Tuttavia, nella conferenza stampa dopo la vittoria del Napoli sull’Inter, lo stesso Spalletti è sembrato ancor più lapidario sul proprio futuro, affermando che “È già tutto deciso: abbiamo convenuto con il Presidente di aspettare un poco per dirlo, ma è tutto chiaro e definito”.
Un messaggio che non lascia molto spazio alle interpretazioni e che sembra sancire la fine definitiva tra la squadra che ha reso Spalletti un Re e il tecnico che ha reso Napoli un Impero. Alla base di questa ormai inevitabile separazione ci sarebbe il rapporto ormai logoro proprio tra Spalletti e De Laurentiis. Secondo quanto emerge dalla Gazzetta dello Sport i due vivrebbero da “separati in casa” addirittura dal 24 aprile 2022, quando al Castellani l’Empoli batté il Napoli facendo tramontare definitivamente il sogno scudetto.
In quell’occasione il vulcanico Presidente partenopeo voleva immediatamente esonerare il tecnico, tuttavia la qualificazione alla Champions lo fece tornare sui propri passi. Da quel momento, vista anche la forte personalità dei coinvolti, qualcosa si ruppe e, nonostante la conquista dello storico terzo scudetto, tra i due il rapporto non è mai riuscito a ricucirsi.
E adesso che succederà? Spalletti in conferenza stampa ha detto che nessuna squadra lo ha contattato e al momento l’ipotesi più probabile è che possa stare fermo un anno. Lato Napoli invece è già iniziato il toto nome per ricoprire un incarico che mai come adesso si preannuncia bollente. Da ritorni di fiamma come quello di Benitez, a tecnici affermati come Conte o Gasperini; da giovani in rampa di lancio come Italiano, Thiago Motta o Dionisi, a veri e propri sogni “proibiti” come Nagelsmann a Klopp.
Solo il tempo saprà dare le sue sentenze ai tifosi, i quali potranno sì godersi per tutta l’estate (e oltre) lo storico scudetto conquistato, ma probabilmente lo faranno con un po’ di malinconia ripensando a quel condottiero di Certaldo tornato nelle sue campagne toscane. E allora penseranno nostalgicamente alle parole del grande Lucio Battisti «Che non si muore per amore è una gran bella verità, perciò, dolcissimo mio amore, ecco quello che da domani mi accadrà: io vivrò senza te, anche se ancora non so come.» nell’attesa di trovare un altro leader a cui donare il proprio amore.