In occasione della sfida di Champions League tra Celtic e Lazio, il gruppo portante del tifo scozzese ha pubblicato un comunicato con il quale sprona tutti i sostenitori a dare il massimo, sia per la squadra che per fronteggiare i tifosi di estrema destra della Lazio. Con questa lettera aperta, un gruppo di tifosi biancocelesti ha voluto raccontare a quelli del Celtic la vera storia della Lazio e la necessità di non usare più luoghi comuni per accomunare tutto un popolo sotto la bandiera nera sventolata da una minima parte del tifo.
Cari amici tifosi del Celtic, guardando con simpatia alla vostra storia vorremmo che, pur nella rivalità sportiva che sempre accompagna le partite europee, anche voi rispettaste la nostra. La nostra Società Sportiva è nata nel 1900 ispirandosi ai valori dell’Ellade olimpica, da cui prende i colori. Un ideale olimpico di fratellanza per una società che è nata come una unione di ‘liberi e eguali’. Liberi e eguali, avete capito bene.
La Lazio, successivamente, nonostante le pressioni non ha aderito al progetto fascista del 1927 attraverso il quale un gerarca di Mussolini ha fondato l’As Roma. Quindi la Lazio esiste perché ha rifiutato di farsi ingoiare nei progetti del regime che cercava di ripercorrere – in maniera improvvida e caricaturale – i fasti della Roma imperiale.
Ci piace ricordare che è stato un tesserato della Polisportiva Lazio, Ivo Bitetti, pallanuotista, che il 27 aprile 1945 riconobbe e fece arrestare Benito Mussolini che travestito da tedesco cercava di arrivare in Svizzera nascondendosi in mezzo ad una colonna di nazisti. Ivo Bitetti era un partigiano che partecipò alla liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo.
Se questa è la storia acclarata ma antica, ci piace ricordare che in tempi più recenti abbiamo potuto riconoscerci tutti nel nostro allenatore più amato della storia laziale, Tommaso Maestrelli, che portò la squadra a vincere il primo storico scudetto.
Tommaso Maestrelli, ancora oggi acclamato anche nell’inno della Lazio composto da Aldo Donati, è stato un valoroso partigiano.
Reclutato nell’esercito italiano, dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 rifiutò di collaborare con i nazisti finendo con altri soldati italiani nel lager di Sajmiste, vicino Belgrado da cui riuscì tempo dopo a fuggire. Maestrelli si unì alla Brigata Garibaldi dove fu insignito del grado di capitano e alla guida di 300 partigiani fu protagonista della liberazione della Dalmazia dai nazisti.
La Lazio fin dal suo dna non ha nulla a che vedere con il fascismo e con il nazismo. Lo dice la storia. E siamo francamente stufi di essere identificati come sostenitori di una ideologia responsabile di barbarie e sconfitta dalla storia. Anche la Società Sportiva Lazio ha più volte e in maniera ferma preso posizione contro questo stereotipo e condannando in maniera ferma ogni episodio di intolleranza o razzismo.
I tifosi della Lazio nella stragrande maggioranza da sempre si riconoscono nel valori della fratellanza e della sportività. I tifosi della Lazio tifano la Lazio e basta. Destra, sinistra, centro non esistono. Esiste solo la Lazio e la sua gloriosa storia fatta di momenti difficili, di drammi e di grandi successi. Uniti tutti nella nostra maglia. Che è biancoceleste.
Perciò, augurando un esito diverso del match che ci vedrà insieme protagonisti da quello che voi auspicate, credo che sarebbe più giusto e più bello farlo insieme, civilmente e sportivamente, nel nome degli ideali di rispetto che ci uniscono e non di ciò che si attribuisce a una tifoseria che di questo travisamento non vede ragione.
English version
Dear fellow Celtic fans, looking sympathetically at your history we would like you to respect ours too, despite the sporting rivalry that always accompanies European matches.
Our club was founded in 1900 inspired by the values of Olympic Ellas, from which it takes its colours. An Olympic ideal of brotherhood for a society that was born as a union of ‘free and equal’. Free and equal, you got that right.
Lazio subsequently, despite pressure, did not join the 1927 fascist project through which a Mussolini hierarch founded As Roma.
So Lazio exists because it refused to be swallowed up in the regime’s plans that sought to retrace – in an improvised and caricatured manner – the glories of imperial Rome.
We like to remember that it was a member of Polisportiva Lazio, Ivo Bitetti, a water-polo player, who on 27 April 1945 recognised and had Benito Mussolini arrested when he was disguised as a German trying to reach Switzerland by hiding in the middle of a column of Nazis. Ivo Bitetti was a partisan who participated in the liberation of Italy from Nazi-fascism.
If this is established but ancient history, we like to remember that in more recent times we could all recognise ourselves in our most beloved coach in Lazio’s history, Tommaso Maestrelli, who led the team to win the first historic Scudetto.
Tommaso Maestrelli, still acclaimed even today in the Lazio anthem composed by Aldo Donati, was a valiant partisan.
Recruited into the Italian army, after the armistice of 8 September 1943 he refused to collaborate with the Nazis, ending up with other Italian soldiers in the lager of Sajmiste, near Belgrade, from which he managed to escape some time later. Maestrelli joined the Garibaldi Brigade where he was awarded the rank of captain and, leading 300 partisans, played a leading role in the liberation of Dalmatia from the Nazis.
Lazio’s DNA has nothing to do with fascism or Nazism. History says so. And we are frankly fed up with being identified as supporters of an ideology responsible for barbarity and defeated by history. Società Sportiva Lazio has also repeatedly and firmly taken a stand against this stereotype and firmly condemned every episode of intolerance or racism.
Lazio fans in the vast majority have always recognised the values of brotherhood and sportsmanship. Lazio fans support Lazio and that’s all. Right, left, centre do not exist. There is only Lazio and its glorious history made up of difficult moments, dramas and great successes. United all in our jersey. Which is biancoceleste.
Therefore, wishing for a different outcome to the match that will see us together as protagonists from the one you hope for, I believe it would be fairer and more beautiful to do it together, civilly and sportingly, in the name of the ideals of respect that unite us and not of what is attributed to a fanbase that sees no reason for this misrepresentation.
Argomenti: Calcio