Quando Gigi Riva tornerà
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Quando Gigi Riva tornerà

Quando il cuore di Gigi Riva ha smesso di battere, almeno un milione di sardi hanno visto crescere i loro battiti, come in quel  12 aprile 1970, quando il Cagliari vinse uno storico campionato, battendo il Bari due a zero.

Quando Gigi Riva tornerà
Gigi Riva
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Michele Cecere Modifica articolo

12 Febbraio 2024 - 00.04


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Perché parlare ancora di Gigi Riva a due settimane dalla sua scomparsa?  Forse perché emozione e commozione stavolta hanno toccato anche le corde di chi è lontano dal calcio, soprattutto da quello attuale. Forse perché per “Giggiriva”  si è pianto più che per Maradona, Pelè e Paolo Rossi, tutti scomparsi negli ultimi tre anni. Riva campione di un calcio romantico, Riva l’antidivo così lontano dalla modernità dei social, anche se in tanti si sono affannati a lasciare messaggi sui profili di Gigi Riva, senza nemmeno accorgersi che non si trattava del calciatore ma  dell’omonimo giornalista di “Repubblica”!

Quando il cuore di Gigi Riva ha smesso di battere, almeno un milione di sardi hanno visto crescere i loro battiti, come in quel  12 aprile 1970, quando il Cagliari vinse uno storico campionato, battendo il Bari due a zero. Fino a quel giorno mai lo scudetto era finito a sud di Roma, ma soprattutto in quella squadra c’erano sei giocatori che avrebbero costituito due mesi dopo l’ossatura di quella nazionale che battè la Germania Ovest 4 a 3 nella mitica “partita del secolo” il 17 giugno 1970 a Città del Messico.

C’è voluta la morte del campione per ricordarci le sue umilissime origini e la sua infanzia tristissima, la favola del calciatore che emigra nel 1963 dal ricco nord per giungere in un’isola famosa all’epoca solo per il banditismo e l’arretratezza (appena due anni prima era uscito nelle sale il documentario “Banditi a Orgosolo” di Vittorio De Seta). C’è voluta la fine di Gigi Riva per ricordarci di tutte le volte che aveva detto no ai miliardi della Juve di Agnelli e Boniperti, perché non avrebbe potuto mai lasciare l’isola che lo aveva adottato, lui che aveva perso i genitori da bambino ed era finito per anni in orfanotrofio.

C’è voluto che se ne andasse lassù, dove incontrerà quel Pelè con cui era diventato amico e col quale avrebbe tanto voluto giocare, magari in quel mitico Santos, unica squadra per cui avrebbe forse potuto tradire il suo Cagliari, ma solo per l’amore per il bel gioco e non certo per soldi. Pelè che la leggenda vuole che in quell’amaro pomeriggio messicano del 21 giugno 1970 lo affiancò per consolarlo e dirgli “sei molto forte, amico, sarai tu il nuovo Pelè!”.

Riva è il passato e il mito di un uomo e una squadra capaci di sovvertire i pronostici e lasciarsi alle spalle i ricchi club del nord. Nessun’altra squadra di piccola città del centro-sud sarà in grado di emulare l’impresa (il Napoli di Maradona sarà davvero un’altra storia!).

Riva di poche parole e di grandi silenzi, Riva capace di risollevarsi da gravi infortuni, Riva che per ascoltare le sue partite anche i pastori delle zone più interne fermavano le pecore per seguire le partite alla radio. E poi Riva, la “bandiera” che smette di  giocare senza aver mai lasciato il Cagliari e finirà la sua carriera malinconicamente in serie B nel 1977, seguendo il declino della sua squadra. Mentre scrivo, sfoglio il mio ultimo album Panini, è del 1976/77 col Cagliari  in serie B e la figurina di Riva, piccola piccola, com’erano quelle della serie B, altro che le figurine gigantesche dei campioni della nazionale!

Riva ci lascia coi suoi valori: coerenza, dignità, umiltà e onestà, merce sempre più rara nel calcio moderno. Riva che ormai non seguiva più il calcio, questo calcio, diceva,  “dove in una squadra giocano dieci stranieri e un italiano, ma che senso ha chiamarlo campionato italiano?”. 

Ora Cagliari e la Sardegna riascoltano e riscoprono il senso delle parole che il cantautore Piero Marras scrisse nel 1982:

“Quando Gigi Riva tornerà/ Non ci troveranno ancora qua/ Con la vita in fallo laterale/ E il sorriso fermo un po’ a metà/ Tornerà la voglia di sognare/ Quando Gigi Riva tornerà…/Crescerà la solidarietà/ Ci sarà un po’ più di umanità/ E sapremo piangere davvero/ Quando il sogno ci confermerà/ Che non passerà più lo straniero/ Quando Gigi Riva tornerà…”.

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