Sentenza esemplare in Cina per l’ex presidente della Federcalcio Chen Xuyuan, condannato all’ergastolo per corruzione, nell’ambito di un giro di vite deciso da Pechino contro il malaffare nel calcio nazionale.
Chen Xuyuan, riporta il Quotidiano del Popolo, ha approfittato della sua posizione per «accettare illegalmente somme di denaro da altre persone per un totale di 81,03 milioni di yuan», ovvero 10,4 milioni di euro. Un tribunale della provincia centrale di Hubei lo ha quindi condannato «all’ergastolo per aver accettato tangenti, alla decadenza dei diritti politici a vita e alla confisca di tutti i suoi beni personali».
Le tangenti ricevute da Chen Xuyuan erano «particolarmente ingenti» e le sue azioni «hanno avuto gravi conseguenze per il settore calcistico cinese», secondo la stessa fonte.
Il processo all’ex dirigente 67enne si è svolto in un contesto cupo per il calcio cinese, con una nazionale debole che è stata eliminata senza gloria dalla Coppa d’Asia e un’immagine dello sport afflitta da malversazioni. Il presidente Xi Jinping, egli stesso appassionato di calcio, aveva grandi ambizioni per la nazionale, ma la squadra, spesso derisa dai cinesi, rimane bloccata al 79/o posto della classifica Fifa, più o meno dove si trovava 10 anni fa.